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Lavoro giovedì 15 dicembre 2016 ore 10:06

Le ultime speranze per Ristori

Uno sciopero alla Ristori

Presto potrebbero essere inviate le lettere di licenziamento. Si pensa al taglio dei salari. Comparini: "Chiediamo un altro anno di solidarietà"



S. MARIA A MONTE — Molti a casa con il contratto di solidarietà. I laboratori in sciopero. Ieri un'assemblea con gli operai. Oggi una nuova assemblea. Tutto per trovare una soluzione last-minute. Un varco di luce nel buio della vicenda Ristori, azienda dell'indotto Piaggio dove 54 dipendenti rischiano la messa in mobilità a partire da sabato.

Una situazione quasi disperata che vede nell'abbattimento dei salari, in particolari di quelli che vengono detti super minimi, l'ultima speranza. L'azienda deve infatti ridurre i costi e questa sembra l'ultima carta che i sindacati possono giocare per evitare i licenziamenti. "Per quel che ci riguarda, la soluzione di un abbattimento dei costi dovrebbe partire dai salari aggiuntivi, senza toccare la paga base contrattuale" spiega Marco Comparini di Cgil-Fiom.

Per il sindacalista i superminimi individuali sarebbero invece ridimensionabili: "Chiediamo un piccolo sacrificio a chi ha guadagnato di più in questi anni - prosegue Comparini. - Mi sembra un proposta ragionevole che non intacca i diritti di nessuno. Una parte dei benefici ricevuti negli anni potrebbero essere tagliati, ma il lavoratore deve essere convinto. Noi riteniamo di avere le carte in regola e una proposta assennata per distendere il clima".

Se la situazione resta difficile, perché il tempo stringe, Comparini non intende gettare la spugna: "La partita con Piaggio è ancora aperta. Siamo di fronte a un malato che può essere curato, ma serve la volontà. Anche solo allungare i tempi potrebbe aiutare gli operai a organizzarsi in vista di una mobilità futura".

Comparini afferma che lo stato di agitazione degli operai proseguirà almeno nei prossimi due giorni. La posta in gioco è alta: "Il vero problema è la volontà dell'azienda. Anche per tagliare i salari serve un'intesa. Non solo con gli operai. Il rischio vero - conclude il sindacalista - non è il licenziamento ma la sopravvivenza stessa dell'azienda: credo che difficilmente potrebbe andare avanti in queste condizioni e dopo una scelta così drammatica. Per questo chiediamo ragionevolezza e un altro anno di solidarietà".

Filippo Bernardeschi
© Riproduzione riservata


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