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Cultura sabato 08 dicembre 2018 ore 11:00

Dario e Giovanna, candidati all'Oscar del Teatro

Dario Marconcini e Giovanna Daddi (foto di Roberto Palermo)
Dario Marconcini e Giovanna Daddi (foto di Roberto Palermo)

La storica coppia di attori pontederesi, da decenni sulle scene, è tra i finalisti del premio Ubu alla carriera. Le premiazioni a gennaio



PONTEDERA — Per chi abita a Pontedera, sarà capitato mille volte di vederli camminare insieme per le strade della città. Magari chi non è mai andato a teatro non sa che Dario Marconcini e Giovanna Daddi sono due autentiche istituzioni nel mondo del teatro.

Ma anche chi non è appassionato di teatro non può non averli notati, se li ha visti qualche volta. Belli, eleganti, con stile, con dignità e gentilezza. Dario e Giovanna sono una coppia sia nel lavoro che nella vita privata.

Il premio Ubu ha scelto nuovamente artisti che partono da Pontedera. Dopo la vittoria di tre anni fa di Carla Pollastrelli (premiata per la traduzione e la diffusione dell'opera di Jerzy Grotowski in italiano), Daddi e Marconcini sono candidati al premio Ubu alla carriera. 

I premi Ubu sono il massimo riconoscimento italiano nel mondo del teatro.

Le nomination sono state annunciate a Piazza Verdi su Rai Radio3, qualche giorno fa.

La premiazione è in programma a Milano lunedì 7 gennaio 2019, al Piccolo Teatro Studio Melato, in diretta radiofonica su Rai Radio3, per “Radio3 Suite”.

Di seguito qualche nota biografica dei due artisti.

DARIO MARCONCINI

Attore e regista. Dopo essersi formato attraverso diverse esperienze come il teatro universitario di Pisa, il Teatro di Livorno e la Filodrammatica di Pontedera, negli anni ‘60 fonda, sempre a Pontedera, il Piccolo Teatro in cui tiene anche corsi di recitazione.

A metà degli anni ‘70 è parte di un piccolo gruppo di dilettanti ispirati dal Living Theatre di Julian Beck e Judith Malina.

Molti sono gli spettacoli di quegli anni: tra i più significativi Frammenti e Macbeth.

Nel 1974 fonda insieme a Roberto Bacci il Centro per la Sperimentazione e la Ricerca Teatrale di Pontedera, un teatro alla ricerca di forme dimenticate come il teatro delle marionette napoletane o i "pazzarielli" della tradizione di strada. Si reca a Bali e in India per dedicarsi allo studio del teatro orientale.

A partire dalla seconda metà degli anni Settanta contribuisce a rendere Pontedera, una paradossale capitale del teatro del secondo Novecento, situata in periferia eppure al tempo stesso centrale.

È fautore insieme a Roberto Bacci di un teatro povero e megalomane, ma pensato in grande; isolato, all’inizio, nella sua stessa città, ma intraprendente per i legami con teatri lontani primo fra tutti l’Odin Teatret di Eugenio Barba e successivamente il Teatr Laboratorium di Jerzy Grotowski.

Si dedica agli spettacoli di strada con il Capitano e Trappola (1976 7 77) un lavoro costruito a partire da canovacci della commedia dell'arte.

Dagli anni '80 al Centro di Pontedera coordina la prima scuola di teatro alternativa alle accademie, dal titolo "L'eresia del teatro: Stanislavskij", che cerca di saldare la tradizione con la ricerca e che vanta tra i suoi docenti Marisa Fabbri, Jerzy Stuhr, Richard Cieslak.

Nel 1980 è tra gli interpreti insieme a Jerzy Sthur, Marco Paolini e altri di Loro per la regia di Giovanni Pampiglione, nel 1982 è in scena con L'uomo dal fiore in bocca, uno spettacolo con la regia di Roberto Bacci.

Nel 1984 comincia la sua collaborazione con Paolo Billi con il quale, a Buti (in provincia di Pisa), intraprende una ricerca sulle possibilità di contaminare il patrimonio della tradizione popolare o canto in ottava - il maggio - con alcune forme di sperimentazione teatrale contemporanee.

In questo ambito, in coppia con Billi, cura la messa in scena di numerosi spettacoli tra i quali: Gerusalemme liberata (1987) con Toni Servilio, Paola Casale, Silvia Pasello e la Compagnia del Maggio, Medea (1988) opera in Maggio di P. Frediani ( con la presenza di Elisabeth Albahaca) e Madre courage (1988) di Brecht con Marion D'Amburgo, Massimo Salvianti e la Compagnia del Maggio, Diario di un curato di campagna da Georges Bernanos, tra glia altri con Franco Pistoni e Maria Grazia Mandruzzato,. e Il maiale, il Pirandello e il Cristo in croce (1997) dalla Saga del Signore della Nave di Pirandello, Sulla via di Paolo e San Paolo (che ha rappresentato il debutto teatrale di Filippo Timi e Alessio Pizzech), Recita a Mostar.

Dal 1987 è direttore artistico del Teatro Francesco di Bartolo di Buti per il quale cura le stagioni, la rassegna "Piccoli fuochi" e le produzioni. Tra le sue regie ricordiamo: Scene da Peer Gynt ( 1989) da Henrik Ibsen con Luisa Pasello, Armando e Tommaso Carrara, Paola Casale e la Compagnia del Maggio di Buti; In Tauride ( 1991) da Euripide, Goethe, Fassbinder; Santa Oliva ( 1992), opera in Maggio; Madelon ( 1993) da Viaggio al termine della notte di Louis Ferdinand Cèline con Emanuele Carucci Viterbi, Marco Sgrosso e Carine Jurdant e ancora con il Maggio Letture dall'Inferno di Dante (1995), Textes pour rien (1996) mise en espace da Beckett, Justine cronache da De Sade (1998) con Luisa Pasello, Un pezzo di monologo, Dondolo, Improvviso dell'Ohio di Beckett (1999), il progetto sul Libro di Giobbe della Bibbia con L'affresco del libro di Giobbe (2000), La serva padrona di Pergolesi (2000), La via degli Empi (2001), Lettere da San Paolo (2000) presentato anche nel progetto Per antiche vie dal Teatro di Roma.

Minimacbeth di Andrea Taddei (2001), La voce umana di Jean Cocteau - Il telefono di Giancarlo Menotti (2002) - Grida dal buio (2002) presentato al festival di San Piertroburgo, Brecht mi ricordo (2003) - Mahagonny Songspiel (2003) da Bertolt Brecht - Scene da Arturo Ui da Bertolt Brecht (2003 ), Faust, storia di una confessione e di un contratto (2004 ), Faust II, storia di un amore o di quel che ne resta (2005) - Il segreto di Susanna (2006) - Faust trilogia (2007) - Dramaticules (2007) - Le Donne I cavallier, I'Arme e gli Amori (2008) da L'Orlando furioso, e tre inediti di Koltès tradotti da Luca Scarlini, Giorno di Morte nella storia di Amleto (2009), Coco (2010), Sulla Strada Maestra di Anton Čechov (2011), Il Cammino (2012), Colpevoli Incolpevoli (2013) composto da due atti unici Il Racconto della Serva Zerlina di Hermann Broch e il terzo atto de Il mio amico Hitler di Yukio Mishima; anno 2013 O mia poesia salvami per Alda Merini. A Maggio 2014 Il Silenzio di Harold Pinter, ad aprile 2015 Voci di famiglia Pinter, settembre 2015 Un Inferno. Un viaggio intorno all'Inferno di Dante Alighieri per Arca Azzurra, ottobre 2015 Memory Plays tre racconti di Harold Pinter; nel 2016 un nuovo allestimento di Minimacbeth; Pinter/Beckett Prove d'Autore4 dell’aprile 2017 I bei giorni di Aranjuez, dicembre 2017 Mauser di Heiner Müller, novembre-dicembre 2018 Oratorio del tradimento: una messa laica per Jean Genet,testo di Luca Scarlini,

Ad aprile 2018 ha debuttato Quasi una vita con la regia di Roberto Bacci, e la drammaturgiadi Stefano Geraci, Roberto Bacci, una produzione Fondazione Teatro della Toscana CSRT. Un lavoro che prende spunto dai ricordi di Dario Marconcini e Giovanna Daddi, una coppia nella vita, nell’intimità delle mura domestiche, così come nell’arte.

Al cinema è nel cast di tre film del regista Paolo Benvenuti, Confortorio (1992) e Tiburzi (1997) Puccini e la fanciulla (2008) e di tre film di Jean Marie Straub e Danièle Huillèt Quei loro incontri (maggio/giugno 2005), Il Ginocchio di Artemide (maggio/giugno 2007) La madre (settembre2011). e nel 2015 ha partecipato come interprete alle riprese film Journal d'un disparu, per la regia di Joseph Rottner.

GIOVANNA DADDI

Attrice nei primi spettacoli del Piccolo Teatro di Pontedera (Frammenti, Macbeth, Arme e Santo).

Lavora per due anni per la compagnia dei "Burattini del sole" con la quale realizza Turandot di Ferruccio Busoni (con una lunga tournée in Europa) e Pinocchio presentato in Italia in rassegne per teatro ragazzi.

Con uno sguardo volto alla sperimentazione, durante la sua attività per la scuola propone tecniche teatrali innovative (Teatro delle Ombre, Kathak) apprese dai maestri orientali.

Lavora per un breve periodo con la Compagnia Bread and Puppet in occasione di una loro tournée in Italia.

Foto di Roberto Palermo

Foto di Roberto Palermo

Dopo l'esperienza con il Piccolo Teatro di Pontedera, diventa attrice a fianco di Jerzy Stuhr e E. Albahaca in Oni, comincia dalla fine degli anni Ottanta la collaborazione con il Teatro di Buti che la porta a interpretare vari ruoli nelle diverse produzioni; negli ultimi anni sono da ricordare le tre versioni del Faust con la sua interpretazione di Mefistofele, Arturo Ui di Brecht, Dondolo di Beckett, La Serva Zerlina da Hermann Broch, i tre Koltès (Amleto, Coco, Il Cammino), i tre ultimi Pinter (Silenzio, Voci di Famiglia e Pinter/Beckett oltre alla ripresa dello spettacolo Minimacbeth, I bei giorni di Aranjuez di Peter Handke, Mauser di Heiner Muller, Oratorio del tradimento: una messa laica per Jean Genet, testo di Luca Scarlini.

Ad aprile 2018 ha debuttato Quasi una vita con la regia di Roberto Bacci, e la drammaturgiadi Stefano Geraci, Roberto Bacci, una produzione Fondazione Teatro della Toscana CSRT. Un lavoro che prende spunto dai ricordi di Dario Marconcini e Giovanna Daddi, una coppia nella vita, nell’intimità delle mura domestiche, così come nell’arte.

Nel cinema ha lavorato a Buti con Jean Marie Straub, che l'ha scelta come attrice in Quei loro incontri (per il quale ha ritirato per nome di Straub-Huillet il Leone d'Oro alla Mostra del Cinema di Venezia), Le streghe, La Madre film che sono stati presentati ai festival di Locarno e Vienna.

Ha interpretato Elvira nel film Puccini e la fanciulla di Paolo Benvenuti che ha aperto fuori concorso la mostra del cinema di Venezia nel 2008.

Nel 2015 ha partecipato alle riprese film Journal d'un disparu, per la regia di Joseph Rottner.

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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