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Cronaca giovedì 05 giugno 2014 ore 21:11

Oltre mille i malati di gioco per il Sert di Pontedera

Ma per lo Stato non sono patologici. Il centro per le tossicodipendenze non può prenderli in carico perché non ha strutture e risorse



PONTEDERA — Una patologia che sta dilagando e i dipendenti aumentano ogni giorno. Sono i giochi d'azzardo ritenuti legali. Un fenomeno in netta espansione e che ha ripercussioni gravi non solo sull'individuo, ma su intere famiglie. Ma per lo Stato non sono persone malate. Il Sert di Pontedera stima che sul territorio vi siano circa mille persone che soffrono di una dipendenza acuta da gioco d'azzardo, circa 1,5 per cento della popolazione.

“Slot, videopoker, gratta e vinci, sono un dramma dei giorni nostri, che purtroppo lo Stato avalla - dice Milo Meini, responsabile del dipartimento delle dipendenze all'Asl di Pontedera – i giocatori d'azzardo non rientrano nei cosiddetti livelli essenziali di assistenza (i Lea), in pratica essere dipendenti dal gioco non viene riconosciuto come malattia dal legislatore”.

Milo Meini responsabile dipartimento della dipendenze Sert di Pontedera

Milo Meini responsabile dipartimento della dipendenze Sert di Pontedera

Eppure nell'ultimo anno circa cinquanta persone a Pisa e una decina a Pontedera hanno ricevuto assistenza per il gioco: “La regione Toscana ha stanziato, l'unica in Italia, un piccolo budget da diecimila euro per ogni distretto, per iniziare a fronteggiare le persone affette da gioco d'azzardo patologico (il Gap). Ma non possiamo permetterci – spiega Meini – di appendere cartelloni in cui diciamo che i dipendenti di gioco d'azzardo saranno assistiti, verremmo travolti. Quelle poche decine di persone che hanno ricevuto qualche cura erano qui primariamente per altre dipendenze, poi abbiamo scoperto che soffrivano anche per il gioco”. Ma le strade che portano al gioco d'azzardo sono incredibili e le più disparate: “Recentemente – continua Meini - è tornato un vecchio paziente, guarito dalla dipendenza da eroina. Era disperato perché il gioco d'azzardo lo attanagliava”.

Sulla questione gioco d'azzardo legale è anche stata fatta un'indagine compiuta da Fabio Voller e Alice Berti per Ars Toscana, nella quale  viene individuata un'incidenza del gioco d'azzardo sulla popolazione toscana che va da 0,5 al 2,2 per cento della popolazione a seconda delle province. Al primo gennaio 2013 i giochi legali avevano fruttato in Italia 60 milioni di euro. Sempre nel 2013 si stima che i giochi legalizzati siano la terza industria nazionale dopo Eni e Fiat, rappresentando il 5% del Pil italiano. Tra i giochi che trovano più successo il Lotto e il Diecielotto, mentre secondo i dati sono in ribasso il bingo le New slot e le scommesse sportive.

Trovare una soluzione è difficile e sempre più spesso si sente parlare di famiglie ridotte sul lastrico per la presenza al suo interno di un giocatore patologico: “Il giocatore d'azzardo – prosegue Meini – sviluppa debiti in misura infinitamente maggiori rispetto al tossicodipendente, questo fatto da già una misura di quanto sia rilevante il problema”.

Qualcuno ha parlato in passato di tassare una parte della rendita del gioco per destinarla alla cura della dipendenza, ma è stata fermata perché non ha trovato l'approvazione delle Camere, “Questa - continua Meini - potrebbe essere una soluzione valida, in una proposta di legge era prevista questa misura, ma non ha superato l'approvazione delle due camere. Se la tassazione sul gioco divenisse realtà si potrebbe operare seriamente sui giocatori d'azzardo recuperando fondi”.

Per intervenire però secondo gli esperti servirebbe un intervento enorme e capillare perché, chi soffre di gioco d'azzardo patologico ha bisogno di varie figure professionali per essere curato: “Certamente psicologi e psichiatri ma anche sociologi, dice il responsabile del Sert pontederese - per studiare il fenomeno e, grossa novità rispetto alle altre dipendenze, degli avvocati perché non è raro trovare giocatori d'azzardo con i creditori alle calcagna, sia Equitalia che usurai. Sarebbe un investimento ingente e che prevederebbe una grossa decentralizzazione dei servizi”.

Un problema grave e piuttosto recente, che ha determinato un'ulteriore impennata da quando ha preso piede il Remote Gambling, ovvero il gioco d'azzardo tramite internet. Gli assistenti sociali ammettono l'attuale impossibilità di affrontare il problema, esclusivamente per mancanza di risorse: “Non possiamo fare niente fino a che lo Stato non riconosce legalmente le persone affette da gioco d'azzardo patologico come persone malate. E' triste pensare che il ministero dell'economia consideri il gioco d'azzardo solo una risorsa e non un problema sociale”.


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