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Attualità sabato 17 gennaio 2015 ore 17:43

Qual è il sogno per Palazzo pretorio?

Prima di sapere chi investirà quattro milioni di euro, c'è da capire quale sarà l'utilizzo dell'edificio. Ultimo incontro del percorso partecipativo



PONTEDERA — Un museo del lavoro, anzi no un museo culturale, un museo dello sport? E se ci venisse una scuola di arti e mestieri, un ostello della gioventù? Le voci dei cittadini, dei commercianti e delle associazioni sul futuro utilizzo dello storico Palazzo pretorio sono state tante e diverse. Adesso il percorso partecipativo è giunto alla conclusione, le numerose idee uscite nei vari incontri e workshop organizzati dal Comune di Pontedera e dall'Urban center arriveranno sui tavoli dei tecnici in municipio dove verranno studiate e vagliate.

I prossimi passi – Il 24 gennaio ci sarà l'incontro Riuso e varie possibilità. Amministratori e tecnici di quattro città italiane interverranno a Pontedera per raccontare la loro esperienza di riqualificazione di edifici simili all'ex tribunale. Per i privati invece c'è tempo fino al 28 gennaio per manifestare il proprio interesse sul futuro dello storico palazzo cittadino.

Il 31 gennaio si trarranno le somme con una conferenza finale sui risultati e gli effetti del percorso partecipato gestito per il Comune dall'assessore alla cultura Liviana Canovai dal consigliere delegato Mattia Belli e per l'Urban center da Eleonora dell'Aquila, Andrea Mannocci e Alice Maccanti.

Questione economica e sogni – Per ristruttare l'immobile ci vogliono circa quattro milioni di euro. Arriveranno con finanziamenti pubblici? Verranno finanziati da un privato? Ci sarà un progetto condiviso? Sono tutte risposte che arriveranno nei prossimi mesi: “Non limitiamo le possibilità – spiega Eleonora Dell'Aquila dell'Urban center – è possibile che ci sia una collaborazione con un privato che sponsorizza la struttura”. Prima di capire chi pagherà i lavori e come è importante capire cosa verrà al posto del tribunale e delle carceri: “Le grandi aziende si prefiggono un obiettivo, un sogno – dice Andrea Mannocci dell'Urban center - Poi preparano una missione per raggiungerlo. Il sogno di Henry Ford era togliere i cavalli dalle strade. Qual è il sogno che abbiamo per Palazzo pretorio? Potrebbe diventare il simbolo della città?”.

Sogni e vincoli - “I bombardamenti del '44 hanno distrutto tutti i palazzi storici della città – spiega Michele Quirici, storico e editore – Palazzo pretorio è l'ultimo che rimane, stiamo studiando la storia del palazzo, durante queste ricerche non si sa mai cosa può uscire. Magari troviamo una committenza importante del passato e qualche fondazione entra nel progetto”. Per questo dovrà essere recuperato: “Dal punto di vista architettonico – aggiunge Mannocci - si tratta di recuperare e valorizzare un edificio, non di snaturare. Sì ai sogni, ma ci sono dei vincoli precisi”.

La cittadinanza ha risposto al percorso partecipativo con tante proposte, qualcuna più realizzabile, altre meno percorribili. La strada da fare è ancora lunga ma il bagaglio di idee è a bordo.


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