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Lavoro domenica 15 marzo 2020 ore 07:00

Sicurezza in Piaggio non convince alcuni delegati

Domani è prevista la ripresa delle attività in fabbrica. Otto delegati delle Rsu chiedono altri tre giorni di stop e poi la riduzione della produzione



PONTEDERA — Alcuni rappresentanti sindacali eletti in Rsu con Fiom e Usb - Massimo Cappellini, Filomena Tecce, Antonella Bellagamba, Giorgio Guezze, Davide Mei, Simone Di Sacco, Simone Selmi e Alessandra Benvenuti - hanno chiesto a Piaggio un incontro, per discutere su tempi e modalità di ripresa dell'attività lavorativa "in condizioni adeguate alla tutela della salute dei lavoratori e di tutti i cittadini con cui quotidianamente i lavoratori entrano in contatto nella vita extralavorativa".

E' infatti prevista per la giornata di domani, lunedì 16 marzo, la ripresa delle attività in fabbrica, dopo alcuni giorni di stop necessari a sanificare gli ambienti e ad approntare più stringenti misure di sicurezza volte ad evitare eventuali rischi di contagio da coronavirus Covid-19. Misure che, però, allo stato attuale non convincono i firmatari della richiesta di incontro, ritenendo necessari altri tre giorni di fermata produttiva e poi una ripresa con produzione ridotta.

"Premesso che è ormai evidenza scientifica che l'unica vera arma di difesa dalla propagazione del contagio è la distanza fisica e che in Piaggio sono presenti circa 2500 persone dirette più ditte in appalto - scrivono gli otto - , che nei soli reparti produttivi della Piaggio sono concentrati oltre 1600 lavoratori che in condizioni normali lavorano in condizioni che non possono garantire la prevenzione del contagio, chiediamo un incontro urgente, per discutere dei tempi e della modalità di ripresa dell'attività lavorativa. Solleviamo qui di seguito i problemi più gravi".

A seguire un breve elenco di situazioni giudicate critiche: Concentramento negli spogliatoi. Concentramento nei posti di riposo durante le pause. Concentramento nei bagni durante le pause collettive, a inizio e fine turno. Distanza durante la prestazione lavorativa. Affollamento alla mensa. Condizione dei servizi igienici. Frequenza sanificazione dei locali. Congedi parentali per i lavoratori che ne hanno necessità. 

"Noi riteniamo che ogni soluzione, che non sia solo un palliativo non possa che prevedere una riduzione della produzione - commentano -. La riduzione può realizzarsi o con la diminuzione del numero dei lavoratori presenti in fabbrica nello stesso momento o con l'aumento dei tempi a disposizione per lo spogliatoio e per le pause e perciò con la riduzione dell'orario effettivo di lavoro. Per discutere e riorganizzare in modo efficace la produzione, di come coprire economicamente la sua riduzione, visto anche il provvedimento del Governo, facciamo richiesta da subito di prolungamento della fermata produttiva per i primi tre giorni della prossima settimana, come già deciso da altre aziende in Italia non direttamente legate alla produzione di beni di prima necessità. Chiediamo all'azienda la disponibilità a discuterne perché la continuazione dell'attività lavorativa non può e non deve ledere il diritto dei lavoratori alla tutela della salute".


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