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Attualità sabato 13 giugno 2020 ore 19:30

Riapertura biblioteca, una questione di priorità

La biblioteca comunale Gronchi di Pontedera

Il sindaco Franconi e l'assessore Mori replicano allo sfogo di Roberto Cerri, direttore della biblioteca "Gronchi", e rassicurano il lavoratori



PONTEDERA — La riapertura della biblioteca comunale Gronchi è fra le priorità dell'amministrazione comunale, ma a seguito dell'emergenza Covid altre situazioni sono state ben più urgenti. Questo, in estrema sintesi, quanto fatto sapere oggi dal sindaco Matteo Franconi e dall'assessore alla cultura Francesco Mori, a seguito dello sfogo del direttore della biblioteca Roberto Cerri ("Il Comune fa cassa sulla pelle di giovani precari"), che ha rilanciato tanto le preoccupazioni dei lavoratori quanto le accuse del centrodestra.

In più, Franconi e Mori hanno assicurato che venerdì scorso e "non venti giorni fa" hanno chiuso con il responsabile della sicurezza della biblioteca "un protocollo per la graduale e progressiva ripresa dei servizi e per la fruibilità degli spazi", comprensivo di sanificazione dei locali e di un piano per il "microclima".

"L'emergenza covid-19 crediamo possa esser annoverata come la crisi socio economica più grave dal tempo della seconda guerra mondiale - hanno sottolineato il sindaco Franconi e l'assessore Mori -. Noi a Pontedera abbiamo cercato di gestirla giorno dopo giorno soppesando in ogni singola circostanza i valori da tutelare ed i diritti da garantire: da quello alla salute individuale e pubblica all'emergenza alimentare; dal sostegno al tessuto economico e commerciale alle misure straordinarie per favorire ed incentivare la ripartenza. Dentro questo quadro complesso e continuamente emergenziale i comuni come il nostro hanno dovuto fare scelte ed assegnare livelli di priorità in base ad un contemperamento continuo di interessi, esigenze ed urgenze centellinando le poche risorse umane, tecniche ed economiche a disposizione per aiutare la Città a resistere e rialzarsi. Lo abbiamo fatto rispettando le regole del governo e della regione con il massimo scrupolo possibile poiché in gioco c'era, e c'è, la salute e la ripresa in sicurezza della vita normale".

Premesso questo, Franconi e Mori hanno risposto alle "legittime preoccupazioni del personale attualmente in cassa integrazione", preoccupazioni che "meritano il massimo rispetto e la necessaria attenzione" a differenza delle "polemiche e delle esternazioni scagliate nella discussione pubblica senza avvedutezza".

Riguardo allo smart working, sindaco e assessore hanno ricordato che se le attività non possono riprendere a pieno regime "difficilmente la piena occupazione degli addetti risulta pertinente e necessaria".

"La nostra biblioteca in tempi normali gestiva circa 1000 accessi giornalieri - hanno osservato in conclusione i due amministratori -: non sfuggirà a nessuno quanto sia più difficile reindirizzare alla normalità un presidio così grande, quante maggiori e complesse debbano esser le precauzioni da adottare. Se pensiamo come ancora oggi non sia possibile sfogliare senza guanti un quotidiano in un pubblico esercizio possiamo renderci conto del lavoro preliminare che sta dietro ad una struttura come la nostra. Quindi l'obiettivo è il solito di sempre: riaprire in sicurezza la biblioteca Gronchi facendole riprendere quel ruolo di presidio straordinario di un territorio intero verso cui abbiamo investito risorse ed energie importanti in tutti questi anni.
Lo faremo nei prossimi giorni e nelle prossime settimane cercando di contemperare le regole, i bisogni di prevenzione e di attenta gestione perché possa esser luogo sicuro di studio, di cultura e di socializzazione dei nostri giovani". 

All'indirizzo del direttore Cerri e dei lavoratori della biblioteca, infine, Franconi e Mori rivolgono una sorta di invito a comprendere i sacrifici dell'amministrazione e della città, così da unirsi nello sforzo per una pronta rinascita:

"Le crisi come questa - queste le parole di sindaco e assessore - possono però esser di stimolo avvincente per ripensare e riprogettare un futuro nuovo sulle macerie e sui cicli ormai conclusi che il covid-19 lascerà dietro di sé. Per farlo servirà tendere la mano ed affidarci all'entusiasmo nuovo di di chi offrirà il proprio contributo a ripartire. Stringendo la mano e riconoscendo valore e merito, sine ira et studio, a chi non si sentirà più parte integrante di questo impegno collettivo".


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