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Lavoro giovedì 21 luglio 2016 ore 17:15

Piaggio, spaccatura nella Fiom

Foto d'archivio

Due delegati Fiom hanno votato a favore della solidarietà insieme a Fim e Uilm. Contrari 3 Usb e 8 Fiom: "La maggioranza chiede l'elemosina"



PONTEDERA — La cronistoria dei fatti degli ultimi giorni è stata narrata dagli otto delegati Fiom che insieme ai tre di Usb non hanno appoggiato la decisione di accettare il ritorno ai contratti di solidarietà senza niente in cambio. Adesso i rapporti di forza sono 11 contro 19.

Chissà che non ci siano delle scissioni importanti e che si creino due blocchi con da una parte Fim, Uilm e i due Fiom, dall'altra gli otto Fiom e i tre Usb.

"Questa volta le posizioni sono fin troppo chiare" hanno detto i delegati Fiom. La storia è riassunta negli ultimi passaggi. 13 luglio: i lavoratori in assemblea decidono che non si firma la solidarietà senza trattativa su lavorazioni importate, salario, ptv e condizioni ambientali. 15 luglio: l’azienda chiede la firma sulla solidarietà rifiutando la discussione sugli altri punti; 18 luglio: la maggioranza dei delegati ovviamente accoglie la richiesta aziendale e nella riunione della Rsu, con un ordine del giorno, decide che le assemblee dei lavoratori non valgono niente di fronte alle pretese della Piaggio. E ora i delegati di Fim, Uilm e un paio di delegati Fiom sono già pronti con la penna in mano per andare a firmare quel contratto di Solidarietà che la Piaggio pretende per far cassa e indebolire, ancora una volta, la posizione dei lavoratori sugli aspetti che riguardano il rapporto di lavoro.

"Una decisione - hanno ripreso i delegati Fiom - presa a porte chiuse nella stanzina Rsu e questa volta la Fim non ha potuto fare i capricci ed è rimasta fino alle votazioni degli ordini del giorno.

"Addirittura questi signori, che naturalmente hanno deciso di saltare le assemblee dei lavoratori, per evitare altri intoppi e imbarazzi con l’azienda, hanno pensato di legittimare questa “porcata” con un bel referendum purificatore, a firma fatta, in cui i lavoratori possono soltanto dire un Si o un No dopo una "trattativa" fatta contro la loro volontà e con l’aiutino degli impiegati che, come sappiamo, non manca mai nei momenti del bisogno".

"Non è detto comunque che la cosa gli vada liscia - hanno concluso gli otto delegati Fiom - Ogni volta vi è la conferma che l'attuale situazione è il risultato di sindacati e maggioranza Rsu ubbidienti all'azienda, che si limitano a chiedere l'elemosin, il risultato di una pratica sindacale che ha come unico obiettivo quello di spegnere sul nascere ogni iniziativa tesa a rivendicare reali cambiamenti a partire dalle esigenze dei lavoratori. E' sotto gli occhi di tutti che non c'è altra possibilità che rovesciare questo modo di fare sindacato, che si tratta di appoggiare ed estendere quelle iniziative di contrasto all'azienda che sia le assemblee degli ultimi giorni sia tanti lavoratori, in tutti questi anni, hanno dimostrato di saper e poter fare per ristabilire rapporti sindacali normali e fare trattative vere che affrontino i problemi dei lavoratori".


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