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Cronaca venerdì 29 dicembre 2017 ore 10:10

Manette per i gioiellieri pescati con l'oro rubato

Vasta operazione dei carabinieri nei confronti di gioiellerie e laboratori orafi della Valdera, del centro di Lucca e di Cecina



PONTEDERA — Il tribunale del riesame di Firenze ha emesso sei provvedimenti cautelari nei confronti di due pregiudicati di origine slava, uno dei quali ricercato all'estero, e di quattro titolari di laboratori orafi e gioiellerie della Toscana, in particolare di Pontedera, di Lucca e di Cecina. Stamane è scattato il blitz dei carabinieri della compagnia di Pontedera.

Nell'operazione denominata "Golden Daytona" sono stati recuperati e sequestrati 6 chilogrammi di oro e preziosi, tra i quali orologi di marca, ritenuti provento di furti e rapine in Toscana e non solo, in ville e appartamenti. I gioielli in oro, prima di essere reimmessi sul mercato, venivano fusi e trasformati. L'accusa, per tutti, è di ricettazione e riciclaggio.

Il provvedimento cautelare arriva al termine di un lungo giudicato. Nel dicembre 2016 il Gip di Pisa aveva rigettato la richiesta di misure cautelari della procura. Quindi il tribunale distrettuale del riesame di Firenze, nel luglio 2017, accogliendo il ricorso della procura pisana, aveva emesso un'ordinanza di custodia cautelare a carico dei sei indagati, con la successiva esecuzione subordinata al giudizio della Corte di Cassazione che si è pronunciata il 19 dicembre, rigettando il ricorso degli indagati e dando efficacia al giudizio cautelare.

Le misure emesse riguardano arresti domiciliari per i quattro italiani, due orafi e due gioiellieri, e la custodia cautelare in carcere per i due pluripregiudicati appartenenti a nota famiglia di origine slava domiciliata tra Pisa e Pontedera.

Stando a quanto emerso dalle indagini, i due slavi cedevano i proventi dei furti ai laboratori di Pontedera e Cecina, che provvedevano a trasformare l'oro per poi passarlo ai colleghi di Lucca, pronti a reimmetterlo sul mercato. Contestualmente sono stati scoperti 78 tra furti e rapine commessi in Toscana, in gran parte tra le province di Pisa, Firenze, Lucca e Livorno, e non mancano sporadici episodi commessi in altre aree del territorio nazionale, portando a 500 la stima dei delitti predatori consumati.

Dei monili e preziosi tuttora sotto sequestro, per circa la metà è stato possibile individuare i legittimi proprietari.


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