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Politica mercoledì 29 aprile 2020 ore 17:00

La "Fase 2" secondo il sindaco Franconi

Matteo Franconi

Per il primo cittadino si sta ponendo troppo l'accento sul quando riaprire, mentre si dovrebbe discutere sul come aiutare famiglie e imprese



PONTEDERA — Il sindaco Matteo Franconi ha condiviso una sua "riflessione a voce alta" per quanto riguarda la cosiddetta "Fase 2" dell'emergenza coronavirus. Il sindaco, in sostanza, invita tutti - a cominciare dal governo - a pensare attentamente su come aiutare famiglie e imprese piuttosto che disquisire a lungo su quando far ripartire il paese. "A me pare che forse se ne discuta, a torto, troppo sul quando - osserva Franconi - delle scelte e troppo poco sul merito".

Di seguito la riflessione del sindaco di Pontedera, Matteo Franconi, sulla "Fase 2".

"Non c'è ombra di dubbio che la discrezionalità delle decisioni debba poggiarsi in primo luogo sulle considerazioni e le valutazioni della scienza e della letteratura medica. Fare passi avventati in una fase del genere rischia di vanificare in poco tempo lo straordinario sacrificio collettivo che abbiamo fatto in questi mesi. Abbandonare adesso la strada maestra suggerita dagli esperti rischia di essere devastante.

Ciò premesso ritengo altrettanto legittimo un dubbio che in queste ore emerge nel dibattito: le limitazioni e le restrizioni identiche sull'intero territorio nazionale forse sono una precauzione eccessiva. Trattare allo stesso modo regioni che hanno attraversato la fase dell'emergenza con problematicità molto diverse a mio avviso contravviene il principio di proporzionalità ed adeguatezza. Probabilmente certe restrizioni ancora collettivamente "accettabili" in Lombardia finiscono per essere collettivamente meno accettabili in Calabria dove, per fortuna, il virus ha prodotto effetti decisamente meno devastanti.

Si tratta solo di una mia opinione non corroborata da un supporto scientifico e per indole sono incline a ritenere che abbia più ragione di me chi ha più strumenti di analisi di me. Ma anche ammesso e concesso che la scelta di regole identiche su tutto il territorio nazionale abbia una sua validissima motivazione, credo che il Governo nazionale debba porsi nell'ottica di costruire rimedi efficaci e concreti agli effetti di tale impostazione.

Sono stati positivi ed apprezzati gli interventi messi in campo per l'emergenza alimentare ed alcune linee di aiuto sul fronte del disagio sociale ed economico. Spero che vengano ripetuti e rifinanziati anche per l mese di Maggio. Così come poter attribuire ai Comuni risorse amministrative ed economiche importanti per gestire le esigenze e le emergenze sui singoli territori. Ma il Governo, do un consiglio non richiesto, dovrà farsi carico anche di sostenere economicamente quelle categorie e quegli importanti settori del mondo economico che non possono svolgere la propria attività per legge e che allo stesso tempo non possono accedere ai benefici (meritoriamente) messi in campo quali gli ammortizzatori sociali, i bonus e/o contributi variamente denominati.

Ci sono strati importanti del nostro tessuto commerciale ed economico che vivono del proprio lavoro portando avanti una attività che per legge o per le limitazioni imposte ai cittadini registrano un fatturato zero, oppure ridotto in modo abnorme. Attività che rischiano di non riaprire nemmeno quando sarà possibile farlo. Attività che debbono contare sul supporto dello Stato.

Ecco perché credo che sia poco utile polemizzare con il nostro Governo sul QUANDO delle riaperture: sono decisioni che vanno pesate, contemperate, centellinate e ponderate "cum grano salis", declinando l'interesse generale del paese sulla scorta di valutazioni ed analisi medico-scientifiche di cui può disporre solo il Governo e la task force che ha messo in campo. Penso sia invece essenziale porre adesso l'attenzione sul COME sostenere le famiglie ed il nostro tessuto economico, soprattutto quello più fragile ed esposto a questa situazione, con interventi congrui ed adeguati.

Dentro il ristretto perimetro delle nostre competenze e possibilità a Pontedera stiamo lavorando ad un pacchetto che chiameremo "OPEN-PONTEDERA" per cercare di dare un po' ossigeno al nostro tessuto economico e commerciale.

Quello che il comune di Pontedera può fare, e faremo tutto quanto ci è consentito, non basterà se non ci saranno interventi robusti e strutturati da parte dello Stato".


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