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Politica martedì 30 aprile 2024 ore 08:15

Keu, sentenza del Tar ed è scontro sulla bonifica

L'area del Green Park

I giudici danno ragione a due ditte sulla Regione: per Bagnoli smontata la politica del Comune, Papiani replica e Andreoli richiama l'amministrazione



PONTEDERA — La sentenza del Tar sulle bonifiche del Keu ha rimesso in discussione tutto il procedimento che riguarda i siti inquinati in giro per la Toscana. I giudici amministrativi, infatti, nel caso specifico hanno dato ragione a due aziende aretine, che hanno avuto la meglio sulla Regione: non chi trasporta, ma chi gestisce e smaltisce i rifiuti deve occuparsi della bonifica. Con il rischio che, in ultima istanza, debbano essere proprio gli enti pubblici a doversene far carico.

Un ribaltone che tocca anche Pontedera, dove nell'area del Green Park, incastonato tra via della Costituzione e la 439, si trovano i cumuli di terra contenenti Keu. Sul caso specifico, più di tre mesi fa, il Consiglio di Stato aveva sposato la linea dell'amministrazione comunale e del sindaco Matteo Franconi, che con due ordinanze aveva imposto al proprietario dell'area e alla società appaltatrice di provvedere alla rimozione.

Secondo Matteo Bagnoli, capogruppo di Fratelli d'Italia e candidato del centrodestra, la situazione però è destinata a cambiare. "Finora il sindaco si è nascosto dietro alla scusa del chi inquina paga, ma mentre negli altri Comuni sono già state fatte le bonifiche a Pontedera tutto il materiale tossico è rimasto - ha detto dopo la sentenza - il Tar ha smontato la retorica di Franconi e costretto gli enti pubblici a provvedere alla rimozione". 

"Il motivo per cui non si è proceduto alla bonifica è evidente: non ci sono i soldi per procedere - ha aggiunto - una verità che non può essere resa pubblica, altrimenti il sindaco Franconi dovrebbe ammettere di aver gestito malissimo i soldi dei pontederesi, al punto da lasciare un Comune in pericoloso dissesto finanziario. Insieme al disastro ambientale si delinea anche un disastro politico: mentre la linea seguita per anni perde consistenza, i fanghi inquinati sono rimasti per mesi e mesi sul terreno. Credo sia doveroso chiamare Franconi a rispondere di un fallimento politico così evidente".

L'accusa, però, viene rispedita al mittente dal segretario comunale del Partito Democratico, Francesco Papiani, che puntualizza come Bagnoli non abbia capito la sentenza del Tar che riguarda la Regione sia ben diversa da quella che ha per oggetto il Green Park. "Ciò evidenzia, un’altra volta, la sua naturale inattitudine al ruolo a cui si ricandida - ha risposto - dopo tutte elezioni che non ha vinto, che lo hanno riportato al punto di partenza, evidentemente non ha imparato la lezione, se continua a parlare a sproposito di argomenti così delicati, dopo aver letto sul giornale, mistificandola, una sentenza che riguarda un altro ente".

"Siamo costretti a dare il solito consiglio di sempre: Bagnoli studi almeno qualche bignami della pubblica amministrazione - ha aggiunto - chi vuole essere il primo cittadino dovrebbe riuscire raccontare a chi rappresenta che se entro metà Maggio i privati non daranno seguito all'ordinanza del sindaco, il Comune si sostituirà facendo una semplice variazione di bilancio in entrata e in uscita per finanziare, in danno alle due società, il costo della rimozione e dello smaltimento. Bagnoli continua a mentire da mesi, nonostante le istituzioni si siano espresse: ma cosa gli importa delle istituzioni, dei tribunali, delle sentenze? Niente. A lui interessa solo raccontare una realtà inesistente per instillare paura e timori nelle persone".

Anche per il candidato sindaco di Presidio Civico Pontedera, Alberto Andreoli, la sentenza del Tar ha ben poco a che vedere con la situazione di Pontedera. "I giudici hanno stabilito che ad assumersi l’onere della bonifica non debba essere chi ha conferito in entrata i rifiuti, bensì chi avrebbe dovuto stoccarli e trattarli - ha spiegato - il caso del Green Park è completamente diverso, se non altro per effetto della sentenza ormai definitiva emessa dal Consiglio di Stato".

"Come Presidio Civico, comunque, siamo d’accordo sul fatto che non si sia riusciti ad intervenire tempestivamente - ha concluso - ricordiamo infatti che l’amministrazione comunale sapeva della presenza del Keu dal 2017 e le ordinanze di rimozione risalgono all’Agosto del 2022".


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