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Attualità venerdì 06 ottobre 2017 ore 18:15

In un anno abbattuti i cattivi odori a Gello

Nel 2016 l'Arpat ricevette molti esposti per le maleodoranze, nel 2017 solo tre: "Merito delle novità di gestione della discarica"



PONTEDERA — "A seguito delle nuove modalità operative di gestione della discarica, si è verificato un notevole contenimento dei cattivi odori derivanti dal fronte della discarica, insieme ad un minor consumo di gasolio impiegato per la movimentazione dei mezzi". E' questo quel che dice Arpat facendo il punto della situazione dell'annosa questione delle maleodoranze nella zona della frazione di Gello.

Fino al 2016, e soprattutto nella stagione estiva, l’Urp di Arpat ha ricevuto innumerevoli esposti provenienti dalle zone di Pontedera, Cascina, Calcinaia, per i cattivi odori. Secondo quanto riportato in una nota dalla stessa agenzie per la tutela ambientale, nel corso del 2017 sono pervenute solo tre segnalazioni di odori molesti, di cui una nel periodo estivo.

"Nel passato - spiegano da Arpat - tali disagi venivano amplificati nella stagione estiva, date le condizioni meteo climatiche che favoriscono l’insorgere di fenomeni odorigeni e l’abitudine a stare maggiormente in ambiente esterno. Le principali sorgenti dei cattivi odori individuate da ARPAT erano: problematiche strutturali dell’impianto di compostaggio della Geofor SpA che normalmente produce un ammendante compostato in percentuali variabili tra il 20 - 25% della frazione iniziale ed uno scarto, generalmente non odorigeno, corrispondente a circa il 20%, sempre della stessa frazione iniziale. La filiera di recupero della Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani (FORSU), effettuata presso lo stabilimento di Gello di Pontedera, gestito da Geofor, produceva piccole quantità di ammendante compostato, elevate quantità di scarto odorigeno, che veniva conferito in discarica, oltre ai miasmi originati - nelle varie fasi del processo - dall’ammendante prodotto e dallo scarto, che si riversavano sui centri abitati vicini, a seconda della direzione del vento. Questa situazione di disagio si è protratta sino alla fine del 2016; stoccaggio degli RSU presso lo stesso impianto di Geofor SpA, poiché i rifiuti indifferenziati provenienti dalla raccolta urbana sono scaricati - in attesa di essere destinati alla discarica di Legoli - in zona circoscritta provvista unicamente di una rete di protezione dai gabbiani; fronte della discarica gestita dalla Ecofor Service SpA, con particolare criticità rappresentata dal conferimento in discarica dello scarto descritto in precedenza".

Gli esiti dei controlli Arpat furono comunicati ad agosto 2013 alla Provincia di Pisa, ai Comuni principalmente coinvolti ed all’ASL territorialmente competente.

Poi, c'è stato qualche cambiamento. "Nel febbraio 2016 la Geofor Spa ha presentato domanda di AIA per il nuovo impianto di trattamento dei rifiuti organici da raccolta differenziata e il 2 agosto 2016 la Regione Toscana, al termine della fase istruttoria, ha rilasciato l'autorizzazione con delle prescrizioni". 

Per la realizzazione e messa in esercizio dell'impianto dovranno trascorrere circa 2 anni. Nel frattempo, la Forsu viene inviata ad un impianto della Lombardia, previo stoccaggio della stessa in un capannone chiuso, dotato di aspirazione ed invio dell’effluente gassoso ad idoneo impianto di abbattimento. Attualmente non viene effettuata attività di compostaggio.

"Per quanto riguarda la stazione di stoccaggio degli RSU provenienti da raccolta urbana - spiegano ancora da Arpat -, per il successivo trasferimento alla discarica di Legoli, in sede di rinnovo dell’autorizzazione ARPAT nel giugno 2016 ha richiesto che le fasi di movimentazione e stoccaggio degli RSU avvenissero all'interno di una struttura chiusa dotata di un impianto di aspirazione/trattamento aria (es. biofiltro, scrubber a doppio-stadio), per evitare la propagazione degli odori. Al riguardo Geofor ha deciso di collocarla nel capannone attuale di trasferimento della FORSU, ossia in testa all’attuale impianto di compostaggio.Dall’estate del 2016 Ecofor Service ha dunque modificato le modalità di coltivazione della discarica, abbandonando la coltivazione che prevedeva la compattazione dei rifiuti con trasporto orizzontale, lungo un fronte di 100-200 metri ed usando il pulper di cartiera come materiale ricoprente dello stesso".

Secondo Arpat, i cattivi odori sono meno frequenti anche perché: "Attualmente la ditta realizza degli abbancamenti progressivi di volumetria limitata (circa 20 x 30-40 metri, profondi 7-10 metri), il cui riempimento dura mediamente dalle 2 alle 4 settimane. I camion scaricano i rifiuti sul fronte in prossimità dell’abbancamento in esercizio e la gestione prevede il mescolamento immediato, tramite escavatore, dei rifiuti fangosi con i rifiuti secchi poi, a fine giornata, nell’area di abbancamento vengono compattati mediante idoneo mezzo - e infine -. Come materiale ricoprente non viene più usato il pulper di cartiera, ma un aggregato inerte da recupero, proveniente dalla Ditta Area di Navacchio".


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