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Attualità domenica 06 marzo 2022 ore 07:00

​Il pontederese che conquistava anche Roma

Si chiamava Antonio e per vent'anni guerreggiò in tutta Italia al servizio... un po' di tutti. Ma finendo male. Una storia forte e tragica.



PONTEDERA — C'è un pontederese guerriero nella storia quattrocentesca di questa città. Si chiama Antonio da Pontedera, e fu conte sposando anche una contessina, guerreggiando dovunque e finendo male.. Infatti Antonio e i suoi nipoti - una situazione che fa ricordare la tragica fine del conte Ugolino nella torre pisana - vennero tutti impiccati. Uno alla volta. E Antonio da Pontedera venne addirittura privato dalla pelle che venne gettata in pasto ai lupi mentre i suoi due nipoti - Giacomo e Giovanni - che avevano guerreggiato con lui verranno impiccati sul Campidoglio di Roma dopo che erano stati imprigionati probabilmente a Castel Sant'Angelo. Allora si faceva così.

Antonio era nato a Pontedera non si sa di preciso ma intorno al '400 e fu conte palatino, capitano di ventura nella prima metà del XV secolo. Guerreggiò in alta Italia e in quella 'bassa', cambiando spesso fronte. Il 25 giugno 1425, all'inizio delle sue avventure guerresche, Filippo Maria Visconti lo assoldò con 'otto lance', ovvero soldati con lance, e nell'aprile del 1433, mentre, sempre per incarico del Visconti, faceva da scorta avanzata a Sigismondo re dei Romani, batté a Pisa Micheletto Attendolo, capitano dei Fiorentini.

Antonio passò più volte in vari eserciti e, ad esempio, con 400 uomini, passò nell'esercito pontificio partecipando di persona ai combattimenti contro le truppe del Fortebracci, fino ad affrontarlo direttamente e a ferirlo di lancia in uno scontro presso Tivoli. Dovette però scappare da Roma ma con un ennesimo voltafaccia passò dalla parte dei ribelli e fu ostile al Papa.

Antonio guidò aspre battaglie contro Roma spingendosi in ardite scorrerie fino sotto e dentro le mura della città (il 9 aprile 1435 prese porta San Giovanni) minacciandone l'approvvigionamento. Poi accettò l'invito di Napoli militando nell'esercito angioino. Mentre, in autunno partecipò all'assedio di Capua.

E altro ancora finché fu catturato con i suoi nipoti - Giacomo e Giovanni da Pontedera - e fu impiccato. 


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