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Politica mercoledì 27 novembre 2019 ore 07:53

"Giambra resta ai domiciliari,avevamo ragione noi"

La Cassazione ha confermato la misura cautelare per l'imprenditore indagato e il Pd locale dà conto della notizia con toni trionfalistici



PONSACCO — Attorno al "Palazzo Rosa" di via Rospicciano si giocano almeno tre partite. La prima nei tribunali: l'imprenditore Giuseppe Giambra è stato indagato per bancarotta fraudolenta ed è finito agli arresti domiciliari, misura cautelare oggi confermata dalla Cassazione.

Le altre due partite si giocano a livello strettamente locale. Una riguarda la sicurezza: nell'edificio in mano ad un curatore fallimentare sono arrivate a vivere, non si sa bene come, numerose famiglie sgomberate dai campi rom di Pisa e Cascina; e l'attenzione della Prefettura e delle forze dell'ordine è massima. L'altra è tutta politica: attorno a via Rospicciano ha ruotato buona parte della campagna elettorale delle recenti elezioni comunali e, nonostante il centrosinistra sia stato riconfermato, la battaglia con la Lega non è affatto finita.

"Avete presente - scrivono oggi dal Partito democratico di Ponsacco, alla luce della pronuncia della Cassazione - il palazzo di Via Rospicciano? Quello su cui l’opposizione ha puntato tutto nelle ultime due tornate elettorali, mettendo in giro falsità di ogni tipo? Bene, oggi la Cassazione ha confermato i domiciliari per il proprietario, Giuseppe Giambra. Secondo la testimonianza dei suoi stessi ex collaboratori, Giambra concludeva i contratti di sublocazione direttamente con i coinquilini e riscuoteva l’affitto di persona in contanti. Proprio così: Giambra riscuoteva gli affitti dai rom arrivati da Pisa e Cascina.

Quindi ricapitolando: il proprietario di una società fallita che deve al Comune e ai ponsacchini oltre 1,5 milioni di euro, che ha sempre impedito la realizzazione della piazza del mercato e che ha contribuito al degrado di quell’immobile e dell’area, è lo stesso che ha concluso tutti i contratti alle famiglie rom del palazzo, che pagavano l’affitto direttamente a lui in contanti. E c’è ancora chi ha il coraggio di dire che la colpa è dell’amministrazione?

Noi siamo sempre stati da un’altra parte, quella della legalità, a difendere gli interessi di cittadini nei confronti di un proprietario che voleva tenere in ostaggio un’intera comunità. Lo stesso non possono dire tutti coloro che in questi anni hanno difeso gli interessi di un soggetto che oggi è agli arresti domiciliari per bancarotta fraudolenta, che ha un debito con la città e che ha fatto di tutto per squalificare un’area usandola come leva politica sull’amministrazione. Dove sono oggi quelli che per anni si sono schierati sui giornali, in consiglio comunale e in ogni dove a difesa degli interessi di Giambra? Interessante in particolare il caso della Lega, che dopo aver provato in tutti i modi ad addossare al Comune la responsabilità delle vicende del palazzo, si è candidata alle elezioni a braccetto con i sodali di sempre del proprietario. Si potrebbe quasi dire insomma: “Prima gli arrestati”..."


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