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Lavoro mercoledì 27 febbraio 2019 ore 14:00

L'8 marzo lo "Sciopero globale transfemminista"

L'appello all'astensione dal lavoro lanciato dal movimento "Non una di meno" è stato raccolto dal sindacato Usb. Due incontri a Pisa e Pontedera



PISA — Per l’8 marzo, a livello globale, è stato proclamato uno sciopero femminista sotto lo slogan "Non una di meno!"

"Lo sciopero - hanno spiegato le promotrici del movimento "Non una di meno" - è la risposta a tutte le forme di violenza che sistematicamente colpiscono le nostre vite, in famiglia, sui posti di lavoro, per strada, negli ospedali, nelle scuole, dentro e fuori i confini. Femminicidi. Stupri. Insulti e molestie per strada e sui posti di lavoro. Violenza domestica. Discriminazione e violenza sulle donne disabili. Il permesso di soggiorno condizionato al matrimonio. Infiniti ostacoli per accedere all’aborto. Pratiche mediche e psichiatriche violente sui nostri corpi e sulle nostre vite. Precarietà che diventa doppio carico di lavoro e salari dimezzati. Un welfare ormai inesistente che si scarica sul lavoro di cura gratuito e sfruttato nell’impoverimento generale. Contro questa violenza strutturale, che nega la nostra libertà, noi scioperiamo!"

In Italia - secondo i dati in possesso di "Non una di meno" - una donna su tre tra i 16 e i 70 anni è stata vittima della violenza di un uomo, quasi 7 milioni di donne hanno subito violenza fisica e sessuale, ogni anno vengono uccise circa 200 donne dal marito, dal fidanzato o da un ex. Un milione e 400 mila donne hanno subito violenza sessuale prima dei 16 anni di età. Un milione di donne ha subito stupri o tentati stupri. 420 mila donne hanno subito molestie e ricatti sessuali sul posto di lavoro. Meno della metà delle donne adulte è impiegata nel mercato del lavoro ufficiale, la discriminazione salariale va dal 20 al 40% a seconda delle professioni, un terzo delle lavoratrici lascia il lavoro a causa della maternità.

In Italia lo sciopero è anche contro il disegno di legge Pillon su separazione e affido, contro la legge Salvini sull'immigrazione, contro gli attacchi alla "ideologia di genere" nelle scuole, contro il "finto reddito di cittadinanza", contro la "finta flessibilità del congedo di maternità.

"Il movimento femminista globale ha dato nuova forza e significato alla parola sciopero - proseguono i promotori -, svuotata da anni di politiche sindacali concertative. Dobbiamo lottare perché chiunque possa scioperare indipendentemente dal tipo di contratto, nonostante il ricatto degli infiniti rinnovi e l’invisibilità del lavoro nero. Dobbiamo sostenerci a vicenda e stringere relazioni di solidarietà per realizzare lo sciopero dal lavoro di cura, che è ancora così difficile far riconoscere come lavoro. Invitiamo quindi tutti i sindacati a proclamare lo sciopero generale per il prossimo 8 marzo e a sostenere concretamente le delegate e lavoratrici che vogliono praticarlo, convocando le assemblee sindacali per organizzarlo e favorendo l’incontro tra lavoratrici e nodi territoriali di Non Una di Meno, nel rispetto dell’autonomia del movimento femminista. Lo sciopero è un’occasione unica per affermare la nostra forza e far sentire la nostra voce".

L'appello è già stato raccolto dall'Unione sindacale di base (Usb), che ha proclamato lo sciopero generale per l'8 marzo e pubblicato "Donne sull'orlo di una crisi di numeri", studio sulla disuguaglianza di genere nel mondo del lavoro.

In vista di tale sciopero, l'Usb ha organizzato due incontri, a Pisa e Pontedera, per lunedì 4 marzo, alla presenza di Licia Pera (esecutivo nazionale Usb pubblico impiego), di Viviana Ruggiero (federazione del sociale – Usb nazionale e di una rappresentanza del movimento "Non una di meno". A Pisa l'incontro si terrà alle 11 al Cnr di via Moruzzi, aula 27 edificio B. A Pontedera alle 17,30 al Centro Sete Sóis Sete Luas di via Rinaldo Piaggio.

"Un mercato del lavoro in cui l'occupazione femminile è al 49,5%, contro il 68,5% di quella maschile - commentano dall'Usb -, la disoccupazione femminile è al 10,4%, contro l'8,4 maschile, le donne "vantano" anche un altro primato: in un anno totalizzano 50,6 miliardi di ore di lavoro non retribuito, quello cioè che contribuisce alla produzione familiare. Numeri impietosi e devastanti, che testimoniano quanto sia ancora lunga la lotta per l'uguaglianza. Una battaglia che va trasferita dalla sfera morale-umanitaria a quella politica, le donne non sono soggetti fisiologicamente deboli, bisognose di protezione, ma persone discriminate e sfruttate".


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