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Attualità lunedì 09 dicembre 2019 ore 10:30

Discarica di Legoli, Arpat apprezza gli interventi

Lavori in corso agli impianti della Belvedere Spa. L'attività di controllo di Arpat sugli adeguamenti degli impianti non ha evidenziato criticità.



PECCIOLI — Fra i vari impianti della Belvedere Spa a servizio della discarica di Legoli, soggetta ad Autorizzazione Integrata Ambientale, è presente un impianto di trattamento meccanico biologico, alimentato dai rifiuti solidi urbani indifferenziati. Il trattamento meccanico biologico è infatti uno dei processi a cui può essere sottoposto il rifiuto indifferenziato, anche quello proveniente dalla raccolta domiciliare, con lo scopo di ridurre i rifiuti urbani biodegradabili da collocare in discarica.

Come appurato nel corso di recenti controlli Arpat - Agenzia regionale per la protezione ambientale della Toscana - sono in corso di ultimazione gli interventi di adeguamento dell’impianto, che riguardano sostanzialmente: la chiusura della tettoia, sotto la quale si trovano parte degli impianti e avvengono le principali operazioni di movimentazione dei rifiuti; la chiusura dell'intero capannone dell'impianto; l’installazione di un impianto di aspirazione all'interno del capannone ed il trattamento dell’aria aspirata, che verrà realizzato tramite scrubber e biofiltrazione (nell’immagine a fianco il biofiltro).

"Gli interventi - hanno riferito da Arpat - saranno ultimati entro la fine del 2019 e, a quel punto, inizierà la fase di collaudo di circa 8 mesi. La messa in funzione di tali interventi determinerà una riduzione sostanziale dei cattivi odori derivanti dall'impianto in questione. L'attività di controllo di Arpat, al momento, non ha evidenziato alcuna criticità. La situazione, dal punto di vista odorigeno, è comunque migliorata nel corso del 2019: il trend degli esposti ricevuti per maleodoranze provenienti dal sito in questione è infatti in calo (2016: 5, 2017: 3, 2018: 7, 2019: 2)".

"Effettuando un bilancio grossolano - concludono da Arpat -, si può stimare che circa il 40 per cento dei rifiuti solidi urbani indifferenziati che alimentano l'impianto finisce direttamente in discarica, mentre il 60 per cento nelle biocelle dove la frazione subisce una perdita ponderale pari a circa il 25 per cento, prima di essere conferita, a sua volta, in discarica. Entrambe le frazioni presentano un tenore organico ancora significativo, che potrebbe essere recuperato per via energetica".


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