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Attualità mercoledì 23 gennaio 2019 ore 13:13

La benedizione dei pani e degli animali

Foto di: Marcella Bitozzi

Terza candelina per la rievocazione della benedizione dei pani e degli animali domestici in onore di Sant'Antonio Abate, sabato 26 e domenica 27



CASCIANA TERME LARI — E’ un’idea del giovane parroco Don Tommaso Botti quella di rispolverare e far rivivere l’usanza della benedizione dei pani e degli animali nel periodo della celebrazione di Sant’Antonio Abate.

L’Unità pastorale di Lari, per il terzo anno consecutivo, celebrerà questa tradizione con le Sante Messe alle 16.30 a Usigliano e alle 18 a Lari nella giornata di sabato 26 gennaio 2019 e Sante Messe alle 8.45 a Boschi di Lari, alle 10 a Casciana Alta e alle 11.30 a Lari nella giornata di domenica 27 gennaio 2019.

A tutte le liturgie seguiranno la benedizione dei pani e quella degli animali a Casciana Alta e Lari domenica 27.

Sant’Antonio Abate, uno dei santi più conosciuti e venerati, viene festeggiato il 17 gennaio in tutta Italia e anche in altri paesi, con usanze, festeggiamenti diversi e preghiere.

In alcune località le celebrazioni si tengono nella notte fra il 16 e il 17, una notte considerata magica perché, si dice, gli animali possono parlare, un avvenimento avvolto dal mistero che viene considerato di buon auspicio solo se non si ascolta quanto hanno da dirsi fra di loro.

Antonio nacque a Coma in Egitto, l'odierna Qumans intorno al 251.  Visse i suoi ultimi anni nel deserto della Tebaide dove, pregando e coltivando un piccolo orto per il proprio sostentamento, morì, molto anziano, forse all'età di 105 anni, probabilmente nel 356. Venne sepolto dai suoi discepoli in un luogo segreto.

Il Santo è ricordato per essere stato il primo abate della tradizione cristiana, per aver fondato il monachesimo, grazie al suo stile di vita e ai suoi discepoli, ma anche e soprattutto come santo protettore degli animali domestici e come patrono dei macellai.

Dal Nord al Sud dove si crede che Sant’Antonio Abate abbia la capacità di far ritrovare cose perdute, si recitano alcune simpatiche formule:

Sant'Antonio dalla barba bianca fammi trovare quello che mi manca

Sant'Antonio Abate, con le calze rappezzate, con i pantaloni di velluto, fammi ritrovare ciò che ho perduto

Sant'Antonio di velluto, fammi ritrovare quello che ho perduto

E c'è anche chi sostiene che queste formule vadano accompagnate a un piccolo rituale, tenere appesa per i piedi la statuina del santo, con un nastrino rosso, fino a quando non verrà ritrovato ciò che è andato perduto.

Antonio figlio di contadini cristiani, rimase presto senza genitori con la responsabilità di dover badare ai terreni lasciati dal padre e alla sua sorella minore.

Ma la chiamata al Signore che sentì appena ventenne lo spinsero a lasciare tutto quanto aveva, lasciando che la sorella si unisse ad una comunità femminile.

Antonio visse una vita da eremita, non senza resistere alle tentazioni del demonio, radunando col tempo un buon numero di discepoli.

Le ricorrenze sono legate anche al Carnevale, e in alcuni luoghi si considera che il periodo di Carnevale cominci proprio dal 17 gennaio.

Santo Antonio Abate, conosciutissimo in Italia ma che in realtà ha ben poco a che vedere con questo territorio, viene anche detto Sant'Antonio il Grande, Sant'Antonio d'Egitto, Sant'Antonio del Fuoco, Sant'Antonio del Deserto, Sant'Antonio l'Anacoreta

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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