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Politica martedì 23 aprile 2013 ore 16:25

La tariffa dell'acqua non piace, ma quattro Ato la approvano



Prossima tappa tra pochi giorni il voto dell'assemblea regionale dei sindaci di Ato 3 Toscana
VALDERA - La nuova tariffa dell'acqua, stabilita dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas, non piace a nessuno, ma alla fine qualcuno la deve pagare. Nelle ultime settimane i sindaci dei Comuni dei sei Ato toscani, ormai decaduti con la nascita dell'Ato unico, sono stati chiamati a dare un parere consultivo sul nuovo sistema per il calcolo della bolletta. Il nodo cruciale è la questione dell'incremento tariffario, ovvero quella voce che quantifica nel 6,5% il pagamento del costo del denaro, utilizzato dal gestore del servizio idrico per gli investimenti, visto che con il referendum del 2011 la remunerazione del capitale investito fissata al 7% è stata dichiarata illegittima. Il metodo di calcolo della tariffa proposto dall'Aeeg è estremamente complesso e prevede 19 voci, in parte fisse in parte variabili, che concorrono alla formulazione della nuova bolletta dell'acqua che arriverà ai cittadini. Per i comitati dell'acqua pubblica, il 6,5% che copre i costi di investimenti, in realtà è una formula per mascherare ancora una volta la remunerazione del capitale. Non solo, per L'Aeeg si tratta di un modo per permettere al gestore di poter continuare a fare gli investimenti e non accumulare passività finanziarie. Al momento questa è la geografia del voto sulla nuova tariffa nei sei ex Ato Toscani: quattro hanno approvato il piano tariffario proposto dall'Aeeg due lo hanno respinto. Tra quelli che hanno approvato c'è anche il basso Valdarno, l'ex Ato 2, gli aretini e i fiorentini invece hanno respinto. Una serie di pareri consultivi che però nei prossimi giorni assumeranno un valore ben più pensate, quando i sindaci toscani riuniti nell'assemblea della nuova Ato 3 regionale dovranno nuovamente esprimersi sul sistema tariffario. Da li dovrà uscire una decisione che avrà un valore ben più pesante e che potrebbe anche far saltare il sistema dei servizi idrici così come lo abbiamo conosciuto fino a oggi, alterando il rapporto tra ente appaltatore e gestore, nato circa 15 anni fa, dove si prevedeva che il gestore facesse gli investimenti per poi essere remunerato con la bolletta pagata degli utenti con la maggiorazione del 7%.

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