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Politica mercoledì 26 giugno 2013 ore 13:45

L'Unione dei Comuni riparte dalla "dieta" di Volterra



C'è chi pensa al futuro, chi guarda a nuove alleanze e chi si fa forte delle fusioni, ma nessuno vuole staccare la spina all'Unione dei Comuni

Valdera – Il ritiro di Volterra più che una riunione risolutiva, è un punto di partenza per capire come fare per lasciare in vita l'Unione dei Comuni della Valdera senza, allo stesso tempo, ostacolare i processi in corso, come le fusioni e le libere aspirazioni di ogni municipalità. La quadra del cerchio non esiste, se non in politica, che è noto è l’arte dell'impossibile. I sindaci ripartiti nella sera di martedì da Volterra sono tornati nei propri comuni con un'idea un po' gattopardesca: “Perché niente cambi, tutto deve cambiare”. Le posizioni sono varie, da un lato Simone Millozzi, il presidente dell'Unione Valdera che guarda al futuro anche se incerto, e pensa a come far diventare l'ente che raccoglie i 14 comuni un valido surrogato della provincia, quando e qualora questa verrà abolita. Dall'altro ci sono i sindaci dei comuni della Valdera che si stanno per fondere e pensano all'Unione come un ente che deve rimanere aperto, ma senza diventare un intralcio ai processi in corso. Infine la posizione dei comuni periferici, in particolare Santa Maria a Monte e Buti che per la prima volta nella storia dell'Unione mettono in dubbio il fatto di conservare tutti i servizi a comune con gli altri municipi. Santa Maria a Monte per varie questioni, come ad esempio il Suap, ha più interessi a cooperare con il comprensorio del cuoio che con Pontedera. Allo stesso tempo Buti che, per la conformazione del proprio territorio, ha più questioni da risolvere con i comuni dei Monti Pisani che non con i membri dell’Unione. Una serie di posizioni, quella dei comuni periferici che potrebbe esercitare se non gestita in termini politici una spinta centrifuga. Quindi l’unica strada è adeguare l'Unione alle nuove esigenze delle varie anime della Valdera. Il compito più difficile sicuramente spetterà al presidente Millozzi che dovrà mediare tra tutte le volontà e le vocazioni, evitando ogni possibile scollatura attraverso una politica di compromesso e moderazione. Infine, la posizione dei sindaci dell'Alta Valdera chianni lajatico e terriciola i cui municipi non andranno a fusione e dovranno trovare il modo di sopravvivere ai cambiamenti. Per loro una soluzione potrebbe essere utilizzare il Polo Alta Valdera, magari per mettere a comune alcune funzioni. A Volterra i sindaci però hanno anche tirato le somme dell’esperienza Unione. Punti di forza sono i settori consolidati, come quello socio-educativo, l’istruzione, il Suap e la Polizia Municipale. Criticità da risolvere per dare davvero all’Unione un ruolo di coordinamento sono l’uniformazione dei software per migliorare la comunicazione fra i singoli comuni e l’ente e la pianificazione urbanistica d’area che ragioni in termini di perequazione e compensazione sull’intero territorio della Valdera.

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