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Sport martedì 07 aprile 2015 ore 19:30

Giovannini: "Pontedera, la mia isola felice"

Il direttore generale Paolo Giovannini
Il direttore generale Paolo Giovannini

Il direttore generale ripercorre la stagione dalle cessioni di Caponi e Grassi, al rapporto con Indiani fino all'offerta del Pisa: "Rimango qua"



PONTEDERA — Le cessioni a gennaio dei big Caponi e Grassi potrebbero essere il trampolino di lancio per la stagione 2015/16. E' uno dei tanti aspetti che emerge dall'intervista con Paolo Giovannini, direttore generale dei granata che ha parlato a 360 gradi della sua esperienza a Pontedera: “La compattezza che c'è in questa città non l'ho mai trovata in nessun'altra piazza. Società seria e puntuale nei pagamenti, direttore generale, allenatore, giocatori, tifosi, giornalisti. E' un insieme di condizioni che ci permette di essere in questa categoria con un progetto ambizioso, basato sui giovani. Proporrò a mister Indiani di prolungare il contratto fino al 2017”.

Incontriamo Giovannini nella sala stampa da cui si vede il campo, proprio mentre la squadra sta terminando l'allenamento e i vari Bartolomei, Galli, Gasbarro, Luperini e Settembrini rientrano negli spogliatoi.

Durante la presentazione estiva della squadra in piazza Curtatone e Montanara qualcuno parlava di serie B. Lei invece era cauto e disse che si aspettava un campionato tranquillo...

“Non sbaglio mai i pronostici, almeno fino ad adesso non mi è mai successo. Semmai rispetto al campionato che abbiamo giocato mi aspettavo che i punti fossero distribuiti in maniera diversa. In queste ultime cinque partite speriamo di non uscire dai primi dieci posti in classifica, sarebbe un peccato”

Ma quando a gennaio avete ceduto Grassi e Caponi era sereno?

“Non proprio sereno, ero preoccupato. Ma realmente, non c'erano più le condizioni per trattenerli. Poi Indiani ha fatto un ottimo lavoro e la squadra ha trovato nuovi leader che hanno assunto importanza nella squadra come Bartolomei e Luperini, che è stato portato al centro e sta giocando benissimo. Inoltre mi piace sottolineare la crescita del giovane Videtta, arrivato in punta di piedi”

Con una salvezza già conquistata si può guardare alla prossima stagione con ottimismo...

“Le cessioni di Grassi e Caponi hanno abbassato il monte ingaggi e ci hanno fatto risparmiare. In più la vendita dell'attaccante all'Ascoli ci darà un bonus da spendere nel prossimo mercato. Sono circa centomila euro da reinvestire”

Alla fine le cessioni dei big potrebbero essere un trampolino di lancio?

“Dal punto di vista economico sono state un affare, soprattutto Grassi. Qui a Pontedera facciamo un lavoro straordinario coi giovani. Quest'anno abbiamo in rosa due giocatori importanti come Madrigali (via Fiorentina) e Redolfi (via Atalanta). Far arrivare pedine di questo livello è segno di grande credibilità, di cui gode la nostra piazza. Adesso nel nostro ambiente si sente dire: 'Pontedera è un buon posto per far crescere giovani'. Però il prossimo anno puntiamo ancora a salvarci”

Con Indiani il sodalizio a Pontedera dura da tre anni, com'è il vostro rapporto?

“E prima di venire qui eravamo stati due anni a Massa, uno a Lucca e uno a Pistoia. Nonostante le cessioni di Grassi e Caponi non abbiamo avuto la crisi del settimo anno (ride, ndr). Con Indiani c'è un rapporto sano, ognuno ha libertà nel proprio ambito, io non impongo giocatori al mister e lui non chiede cose impossibili. Andiamo d'accordo e abbiamo anche vinto tanto, tre promozioni, abbiamo fatto bene a Lucca, ricordo con piacere anche le nove vittorie consecutive con la Pistoiese”

Come e dove nascono le vostre squadre?

“Funziona così, a fine campionato ci ritroviamo a Marina di Castagneto, nel bagno che Indiani frequenta da sempre. Per una settimana ci incontriamo, il mister mi da la sua lista di giocatori confermati e io gli dico quali invece vorrei vendere. Da lì partiamo per costruire la nuova squadra”

Quando vi ritroverete tra un paio di mesi, chi sarà sulla lista dei partenti?

“Per capire che mercato faremo dovremo sapere chi tra Bartolomei, Galli, Gasbarro, Luperini e Settembrini spiccherà il volo verso altre società. In base al mercato di questi cinque giocatori ci muoveremo di conseguenza. Il prossimo Pontedera mi piacerebbe che si costruisse intorno a Cesaretti, un 28enne che finora ha giocato poco in serie B e a cui manca la continuità delle 30-35 partite a campionato. Continuità e rendimento che potrebbe trovare a Pontedera. Certo, dipende anche dalla sua voglia di essere parte del progetto”

Ma i giocatori nuovi li sceglie lei o glieli propone l'allenatore?

“Il mercato lo faccio io, il mister ha grande capacità nel far crescere i giovani, basta vedere negli anni quanti giocatori siamo riusciti a cedere in categorie superiori. Lui sa quando ha ottenuto il meglio da un elemento. Per fortuna Indiani non ha velleità da manager, lui mi dice cosa manca e io trovo i giocatori, anche grazie al nuovo osservatore del Pontedera”

Chi è?

“L'ex giocatore del Pisa Alec Bolla. Da qualche tempo lavora qui a Pontedera, mi affianca nella ricerca di nuovi possibili talenti. E' un investimento che abbiamo deciso di fare proprio per il progetto-giovani che stiamo portando avanti. Stesso discorso vale per l'operazione con l'Oltrera. Bolla va a vedere le partite, seguiamo il campionato Primavera, guardiamo dvd”

Sembra legatissimo alla società granata, ma quanto era concreta l'opzione Pisa a gennaio per Giovannini?

“Molto concreta. Ma non bastano i soldi d'ingaggio per muoversi, qui c'è un progetto importante che stiamo costruendo. La società mi ha proposto in quel periodo l'allungamento del contratto fino al 2017. Un segnale a me ma anche e soprattutto alla piazza, ai tifosi e al Pisa. Sono felice di essere rimasto e fra poche settimane proporrò l'estensione al 2017 anche a Indiani”

Bene, la coppia Giovannini-Indiani resterà anche il prossimo anno al cento per cento?

“Salvo stravolgimenti si. Qui a Pontedera c'è qualcosa che si trova raramente e che io non ho mai trovato prima. Un'unità d'intenti, una coesione a tutti i livelli che è davvero cosa rara e che da grande forza. Una società seria e che paga puntualmente, un asse direttore generale allenatore che funziona, una squadra con 16-17 under su 22 giocatori. Tifosi appassionati e che in questo gennaio difficile si sono stretti ancora di più intorno a noi. Ottimi rapporti con la stampa. E' un insieme che funziona, abbiamo un esempio da esaltare. Chi dice che l'obiettivo è la B non conosce la realtà delle cose”

Quali sono gli stipendi dei giocatori di Lega pro?

“Facendo un discorso generale direi che oscillano dai 20mila fino a 70-100mila euro netti all'anno. Qui a Pontedera i giovani guadagnano tra i 15 e i 30mila euro l'anno, qualche giocatore esperto può arrivare fino ai 50mila”

Il giocatore più forte che ha comprato?

“A Massa, in serie D, presi Buzzegoli che poi ha avuto una carriera importante e oggi è il capitano del Novara”

E quello che stava per comprare?

“Moschin, portiere della primavera del Chievo, classe 1996 giovanissimo. Lo stavo per prendere un anno fa, avevamo l'accordo perché diventasse granata. Sarebbe stato titolare. Poi col procuratore Oscar Damiani hanno deciso di scegliere il Pisa. Dove però fa la panchina”

Pontedera isola felice quindi, squadra con l'ambizione di far crescere giovani...

“Sulla crescita dei giovani siamo all'avanguardia, non c'è dubbio. Giovani come Redolfi e Madrigali sarebbero titolari in piazza blasonate e ricche come Benevento e Salerno”

E nel mercato che arriva Giovannini potrà spendere anche qualcosa di più, si può dire serie B?

“Con la nostra impostazione è quasi impossibile, abbiamo troppi giovani per puntare alla promozione, alla fine sale solamente una squadra. Sviluppiamo questo progetto, è qualcosa di cui andare fieri”

René Pierotti
© Riproduzione riservata


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