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Politica mercoledì 19 giugno 2013 ore 18:05

Dalla storia della Jori al futuro della Sogesi



Una storia di rivendicazioni sindacali che oggi dopo 12 anni trova un lieto fine


Ponsacco - Nel 2001 quando comincia la storia della vertenza Iori, in Toscana, tra Pontedera e Ponsacco non si sapeva cosa fosse lo spread e la finanza creativa non aveva ancora bruciato milioni di posti di lavoro. Quella della vertenza Jori, nel frattempo era diventata la lavanderia industriale Iagi, è una storia di rivendicazioni non per lo stipendio, ma per una dignità di lavoratori che passava da parole come sicurezza e rispetto delle regole. A mettere in crisi la storica lavanderia industriale, nata nel 1966, ufficialmente fu la rivendicazione dei lavoratori che chiedevano macchinari e impianti più sicuri, dopo una serie di infortuni sul lavoro secondo alcuni ancora oggi la chiusua fu causata anche dalla politica. Gianfranco Francese, oggi segretario generale della Cgil, al tempo seguiva il settore tessile e portò al tavolo della trattativa una serie di richieste che prevedevano il rinnovo degli impianti. Le proposte dei lavoratori alla fine non furono accolte e gli impianti dimostrarono di esser altamente pericolosi, tanto che l'allora sindaco di Ponsacco fu costretto a emettere due ordinanze per fermare l'attività a causa della situazione di pericolosità. Dalla proprietà nessuno volle impegnarsi per rinnovare i macchinari e si preferì prendere la strada della chiusura, nonostante l'azienda avesse mercato e potenzialità. Poi arrivarono i giorni dei presidi per scongiurare la chiusura, i giorni della solidarietà tra lavoratori. Per 40 giorni i dipendenti presidiarono la fabbrica sotto un gazebo, ma alla fine non ebbero le risposte che chiedevano, la Iagi chiuse. “Una storia che nel 2001 ebbe un significato strategico per tutto il mondo del lavoro e della politica toscana – dice oggi Francese - questi lavoratori dimostrarono che sulla sicurezza nel luogo di lavoro non si poteva derogare e che bisognava lottare. In qualche modo anticiparono temi che nei mesi successivi del 2001, visto il gran numero di incidenti che si verificarono sarebbero diventata di attualità”. Sono gli anni in cui la Regione Toscana coniò il motto Amo il mio lavoro, ma non da morire. “Inoltre - continua Francese- ci attivammo subito per salvare occupazione e indotto e oggi con la nascita del centro di sterilizzazione della Sogesi il processo avviato 12 anni fa va a compimento. Nel frattempo molti lavoratori si sono ricollocati, altri sono andati in pensione, ma il valore di quello che fecero nel 2001 rimane importante soprattutto, in questi tempi quando spesso per lavorare si è costretti a trascurare i diritti e le norme sulla sicurezza su lavoro, un diritto sancito dalla Costituzione e conquistato con lotte e rivendicazioni che gli attuali rapporti tra parte datoriale e lavoratori, alle volte rischiano nei fatti di mettere in discussione”.

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