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Attualità sabato 11 luglio 2020 ore 00:39

"Grazie Arpat per aver chiarito sulla Grillaia"

Legambiente: "Se la discarica non è più pericolosa perché smaltirci l'amianto? Passa per neutrale un parere tecnico che invece approva lo smaltimento"



CHIANNI — Legambiente Valdera è intervenuta per ringraziare pubblicamente l’Arpat di Pisa "per aver finalmente chiarito uno dei dubbi più consistenti che riguardano la discarica della Grillaia". 

Legambiente ha replicato all'agenzia ambientale regionale che il 9 luglio aveva chiarito che le prescrizioni del 2009 erano state rispettate e la discarica non si poteva dire che fosse fatiscente".

"Ci fa infatti molto piacere - hanno detto da Legambiente - apprendere che la discarica non è più fatiscente e non è più nemmeno pericolosa: ci chiedevamo infatti come fosse stato possibile lasciare un impianto in condizioni di pericolo per la collettività, e adesso apprendiamo che i lavori effettuati negli ultimi anni grazie alle prescrizioni di Arpat hanno ridotto al minimo tale pericolo, con una consistente diminuzione del biogas e del percolato e un assestamento del corpo della discarica medesima".

Legambiente si è tolta però dei sassolini dalle scarpe: "E qui però dobbiamo aggiungere noi qualche altro elemento di chiarezza. Se la discarica non è più pericolosa, infatti, sarebbe sufficiente rimodellarla e ricoprirla quanto basta , per risolvere gli ultimi problemi di infiltrazione e ridurre ulteriormente il percolato, e non c’è nessuna ragione di smaltirci 350.000 tonnellate di amianto. Detto in altre parole, il progetto approvato dalla Giunta Regionale e disconosciuto dal Consiglio Regionale, è il progetto di riapertura della discarica a un nuovo smaltimento, motivato dalla carenza in Toscana di siti per smaltire l’amianto, in mancanza del resto di un qualsivoglia atto di programmazione in materia, e non ha molto a che fare con le esigenze di gestione del post mortem della discarica stessa". 

"Una riapertura - hanno aggiunto - che porterà nuovi profitti alla filiera dei rifiuti, configgendo con la nuova economia agricola e turistica della Valdera, e sacrificando per altri anni questo territorio alle esigenze di smaltimento di rifiuti prodotti altrove, e che hanno prodotto altrove alti profitti. Così, facendo passare per un neutrale parere tecnico l’approvazione di un nuovo progetto di smaltimento, si assiste a una edizione locale del gioco delle tre carte, più noto in Valdera come “gioco dei bussolotti”. Come avvenne negli anni ’90 con i fanghi conciari, adesso si progetta di far diventare la Valdera l’unico sito regionale per lo smaltimento di amianto, materiale che sì, Legambiente Nazionale sostiene si debba rendere innocuo ma, come afferma il documento di settore del congresso di Legambiente Toscana del 2019, “non si può esportare la contaminazione provocata in un territorio in altro territorio”, e bisogna agire “evitando per quanto possibile l’export del rifiuto all’esterno del territorio che lo produce”. Quindi Legambiente tutta è contraria a rendere “sacrificabile” un territorio, specialmente quando, come nel caso dell’amianto, non ci sono scelte di programmazione e governo pubblico di una criticità, ma semplicemente una serie di toppe che si susseguono in base alla disponibilità di imprese private".

"Ringraziamo sinceramente Arpat - hanno concluso da Legambiente Valdera - per le informazioni che sono state rese disponibili al pubblico e ribadiamo quello che il Consiglio Regionale ha affermato e molte amministrazioni della Valdera sostengono da anni e confermano in queste settimane in una serie di ordini del giorno votati nei consigli comunali: la Grillaia va chiusa senza ulteriore apporto di rifiuti e le colline della Valdera non devono diventare le colline dell’amianto!".


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