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Attualità sabato 21 ottobre 2017 ore 18:00

Libro di Zappolini, le prime anticipazioni

Intervista col parroco di Perignano che ha ritrovato in papa Bergoglio una guida luminosa: "Ora mi sento finalmente a casa"



CASCIANA TERME LARI — Armando, così si fa chiamare da tutti, dopo vari periodi di incomprensione da parte della stessa madre Chiesa, ha ritrovato recentemente nelle parole di Papa Francesco il suo modo di essere prete. 

“Mi sento finalmente a casa – dice Don Armando – nella mia Chiesa, perché io sono e mi sento prima di tutto un prete”.

Contemplativo, sognatore e costruttore di ponti, come giustamente apostrofato dal sottotitolo del suo libro, un po’ selvaggio , alternativo e con i piedi nel fango, come lui stesso dice di aver vissuto, è stato premiato dalla sua tenacia e dal suo rifiuto di arrendersi come tanti hanno fatto, alle critiche di coloro che sostenevano che un prete deve fare altro.

“Il mio libro vuole essere un omaggio a coloro che si sono persi per strada, che si sono scoraggiati – dice Don Armando – e che non hanno avuto la fortuna che ho avuto io di aver conosciuto persone eccezionali che mi hanno aiutato a portare avanti le mie idee”.

Armando, sessantenne, si racconta, racconta del desiderio di diventare prete sentito ad appena dodici anni, del periodo in seminario, del rifiuto di vedere nella Chiesa un’istituzione cieca e blindata dietro a schemi troppo rigidi, della voglia di liberarsi di stereotipi che gli andavano stretti per servire il Vangelo in modo diverso e nuovo.

“Mi meticcio” dice scherzosamente il prete, che prega e predica durante le liturgie, come un prete deve fare, ma ama anche misurarsi con quella parte più difficile del mondo e che non crede, come ha detto Papa Francesco, che la vita terrena sia solo una preparazione all’aldilà.

Le iniziative che Don Armando ha avuto in aiuto dei tossicodipendenti, degli emarginati, il suo impegno contro le mafie, i giochi d’azzardo, nel CNCA ( coordinamento nazionale comunità di accoglienza ), non si contano ed è tutto raccontato nel suo libro, in una storia di vita dove personaggi di ogni genere si mescolano in tante storie per farne una sola.

Ma Don Armando non si ricorda solo delle persone che si sono arrese, ma anche di persone che, come lui stesso dice, la pensavano allo stesso modo e lo hanno incoraggiato e stimolato a continuare nella sua scelta di prete un po' fuori le righe, come Papa Paolo VI, il Cardinale Piovanelli, Gualtiero Bassetti. 

E si parla anche di figure che hanno preso strade alternative alla Chiesa canonica e che, come Don  Armando, hanno professato il "loro Vangelo" rimboccandosi le maniche e aiutando i bisognosi; come Madre Teresa di Calcutta che senza dimenticarsi la preghiera ha rischiato spesso la propria vita rifiutando di abbandonare malati e persone ai margini estremi della società e che non a caso, nel 1990, volle conoscere Don Armando.

Il libro è suddiviso in tre grandi sezioni: Il selvaggio contemplativo, il racconto di quella parte di vita in cui Don Armando sceglie di diventare prete; Il sognatore con i piedi nel fango, ovvero il racconto delle altrui sofferenze, i viaggi in India e la lotta alla mafia; Il costruttore di ponti, che chiude con una riflessione sul suo percorso di prete che ha faticato tanto, ma alla fine ce l'ha fatta.

Il libro sarà presentato per la prima volta martedì 21 novembre alle 18 al Centro Pastorale Madre Teresa di Calcutta dove interverranno Don Luigi Ciotti che ha scritto la prefazione al libro, monsignor Andrea Migliavacca Vescovo di San Miniato con il coordinamento di Don Alessandro Andreini ed è già in vendita.

Seguiranno altre presentazioni, a Pisa alla Leopolda sabato 25 novembre alle 18, a Pontedera alla Libreria Equilibri sabato 9 dicembre alle 19, al ristorante Congusto a Peccioli venerdì 15 dicembre alle 19.

Il ricavato dei diritti di autore spettante a Don Armando saranno devoluti ai progetti di volontariato internazionale curati dalla CNCA di cui Don Armando è Presidente.

Marcella Bitozzi
© Riproduzione riservata


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