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Attualità venerdì 12 giugno 2020 ore 16:43

Scuola a settembre, sei genitori chiedono di agire

Hanno scritto una lettera petizione in cui propongono, per le lezioni dei bambini, di recuperare "stanze e edifici agibili esistenti nei territori"



CAPANNOLI — I genitori Paolo Brogi, Spartaco Giubbolini, Martina Mengoni, Marco Presi, Stefania Schiavone e Sara Santoni hanno bambine e bambini che frequentano l’Istituto comprensivo di Capannoli, dislocato nei tre Comuni di Capannoli, Terricciola, Lajatico. 

Hanno scritto una lettera aperta perché vogliono dare una mano concreta nella riapertura in sicurezza della scuola, a settembre. Propongono di recuperare "stanze e edifici agibili esistenti nei territori, magari già adibiti ad attività didattiche pomeridiane". La lettera è anche una petizione, sottoscrivibile con un link che si trova in fondo all'articolo

Questi alcuni passaggi della loro lettera-petizione:

"In questi mesi, come tutti i genitori italiani, abbiamo sperimentato attraverso i nostri figli la didattica a distanza, che ha visto uno sforzo congiunto degli insegnanti, degli istituti, delle famiglie, e degli studenti. 

Abbiamo cercato di sostenere i nostri figli e le nostre figlie in questa emergenza; e c’è da esprimere prima di tutto un grazie sincero e non di circostanza a tutta la comunità educante, e in special modo ai docenti, per aver saputo inventare un modo differente di fare scuola. 

Seguiamo da settimane il dibattito sulla riapertura a settembre; abbiamo visionato le prime linee guida che sono trapelate dagli studi del governo, che ancora ci dicono pochissimo, se non nulla, sulle soluzioni; ci siamo confrontati con i movimenti di genitori, insegnanti e studenti che nel frattempo sono nati e hanno dato voce a un sentimento che condividiamo: la scuola è prioritaria e serve un piano per settembre, e serve adesso. 

Per fare un paragone: tutti noi speriamo che non vengano terremoti, eppure sono necessari piani preventivi antisismici di evacuazione per gli edifici. Nel caso della riapertura post-covid, noi speriamo con tutti noi stessi che i nostri figli possano tornare a scuola a settembre, ovviamente in sicurezza; se, per il riacutizzarsi dell’emergenza sanitaria, così non potrà essere, ne prenderemo atto. 

Ma non possiamo non pensare all’altro scenario, ovvero quello in cui ci fossero le condizioni per riaprire: anche perché, allo stato attuale, in Italia hanno ripreso infine tutte le attività, industriali, commerciali, turistico-ricettive.

Ci auguriamo che a settembre ciascun istituto sia pronto per affrontare questa sfida e che siano dati alle famiglie il tempo e il modo di riorganizzarsi a fronte di una eventuale rimodulazione oraria. 

Come genitori vorremmo metterci a disposizione, ognuno con le proprie possibilità, per ragionare insieme con l’istituto, gli enti locali, le associazioni. In queste settimane sono emerse molte proposte, tra cui quella dell’associazione fiorentina “La città bambina”, affinché si immaginino nuovi spazi e nuovi modi di fare scuola, ad esempio recuperando stanze e edifici agibili esistenti nei territori, magari già adibiti ad attività didattiche pomeridiane, magari utilizzati dalle associazioni, ma inutilizzati la mattina. 

Ci sembra che, specialmente nei piccoli Comuni come i nostri, proposte come queste potrebbero essere prese in considerazione ed eventualmente, con tre mesi di tempo, attuate.

Anche la Regione si è espressa favorevolmente nei confronti di questo tipo di soluzioni. Che però, appunto, non si possono improvvisare. 

Ci piacerebbe che si formasse al più presto un tavolo di lavoro Capannoli-Terricciola-Lajatico (come sta già accadendo ad esempio a Pontedera), a cui potessero prendere parte insegnanti, dirigenti, personale ATA, genitori, rappresentanze studentesche. 

Certamente serve chiarezza da parte del Ministero, ma una spinta deve partire anche dai territori. 

Ci appelliamo alla Dirigente scolastica, al Consiglio d’Istituto, ai sindaci Barbafieri, Bini e Cecchini (che sappiamo essere molto sensibili su questo tema) affinché si possa iniziare una discussione e un confronto. Noi ci siamo.

La petizione è sottoscrivibile cliccando qui". 


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