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Attualità domenica 14 luglio 2019 ore 07:00

Santi, poeti e navigatori. Altrui.

Pontedera non ne ha avuti perché la sua principale eccellenza è stata, e in parte continua a essere, quella politica, industriale e pugilistica.



PONTEDERA — In questa Italia di Santi, Poeti e Navigatori, Pontedera non ha nessuno esponente di livello nazionale fra le tre categorie. Il suo ramo principale di eccellenza è infatti quello politico che col presidente della repubblica Gronchi, un ministro importante, Togni, e un bel gruppo di onorevoli ha raggiunto nel secondo dopoguerra il record nazionale in relazione ai suoi abitanti. Mentre con Enrico Rossi alla guida della Toscana e fondatore di un partito, che poi ha lasciato, ha trasportato nel terzo millennio un altro punto di notorietà nazionale.
Uscendo dal settore politico, c'è invece il pugile Alessandro Mazzinghi conosciuto in tutto il mondo, c'è la Vespa altrettanto e alla lunga ancor più famosa, mentre nel '400 il capitano di Ventura Antonio da Pontedera conquistò parzialmente Roma per tre volte prima d'esser atrocemente fatto fuori dalle truppe papaline. 

Santi, Poeti e navigatori, si diceva. Per la verità, un Santo ancora venerato direttamente perché le sue ossa sono nel Duomo, San Faustino, Pontedera ce l'ha. Ma non è pontederese doc perché fu estratto dalle catacombe romane, come molti altri sparsi per i centri del circondario, mentre Calcinaia con Sant'Ubaldesca, originariamente sepolta a Pisa ma tornata poi al suo paese che la richiedeva con minacce di blitz, e Santa Maria a Monte con Diana, hanno Santi e Beati autoctoni. E guai a chi li tocca.

Poeti di carattere nazionale Pontedera non ne vanta mentre come navigatori ha avuto soltanto i pur gloriosi navicellai che solcavano l'Arno sfociando in mare a Livorno o risalendo dal mare il Tevere fino a Roma con la barca carica di merci. Una grande epopea popolare ma non famosa come quelle di Colombo o di Amerigo Vespucci.
E siccome di Santi, Poeti e Navigatori di primo piano non ci sono stati nella nostra cara Pontedera, ecco comparire nel nostro gonfalone comunale il ponte mediceo, ora chiamato napoleonico, con al centro una torretta che un po' tutti credono di carattere militare o magari realizzata per riscuotere il pedaggio. Non è così: quella torretta è una cappella in onore della santa pisana Bona, morta stremata per i viaggi di accompagnamento a Santiago di Compostela e in epoca contemporanea diventata patrona delle hostess, Mentre la sua presenza spirituale sul ponte significava un sostegno morale e di fede a chi l'attraversava.

Mario Mannucci
© Riproduzione riservata


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