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Attualità mercoledì 11 luglio 2018 ore 17:10

Ripresi gli scavi archeologici a Colle Mustarola

Dopo le importanti scoperte degli anni scorsi, gli archeologi sono tornati al lavoro sul sito. In 15 all'opera fino al 31 agosto



PECCIOLI — Sul sito di Santa Mustiola è ripresa la campagna di scavi che sta impegnando 15 tra archeologi e antropologi professionisti e studenti della Facoltà di Archeologia dal 18 giugno al 31 agosto, sotto la direzione scientifica della Soprintendenza Archeologica della Toscana, la direzione dello scavo di Elisa Piludu, come concessionario la Fondazione Peccioli per l’Arte e finanziato dal Comune di Peccioli.

Gli scavi stanno proseguendo sull’area sommitale della collina dove era già emersa la chiesa dedicata a Santa Mustiola, portando alla luce numerose sepolture e interessanti strutture riferibili ad un’epoca ancora più antica e ponendo nuovi interrogativi agli archeologi.

L’area archeologica di Colle Mustarola è interessata da uno scavo archeologico dal 2004 e da allora le scoperte sono state costanti, incuriosendo ed entusiasmando archeologi, studiosi e istituzioni, fino alla più sensazionale nel 2014: un corredo funerario del XIV sec.

Il sito di Santa Mustiola a Ghizzano è ubicato su un piccolo colle lungo una delle vie di comunicazione antiche più importanti del territorio, che collegava Volterra, Pisa e il mare a Roma. Proprio l’importanza commerciale e strategica del luogo ha permesso il succedersi di varie fasi insediative: da quella romana, testimoniata dalla cisterna di I secolo d.C., quella longobarda di cui rimangono grandi quantità di oggetti e ceramiche di uso quotidiano e, infine, quella medievale con la costruzione della piccola chiesa dedicata a Santa Mustiola.

All’interno della chiesa, lungo uno dei muri perimetrali, è stata rinvenuta una sepoltura femminile con un prezioso corredo in bronzo, oggi completamente restaurato e ricomposto nella sua forma originale. Il corredo, oggi esposto al Museo Archeologico di Peccioli, è composto da un copricapo, un anello e una cintura, databile alla prima metà del Trecento e rappresenta un raro esempio in Italia di oggetti di questo tipo, soprattutto per la quantità di elementi decorativi che compongono la cintura.

L’entità del ritrovamento, unito alle informazioni provenienti dallo studio antropologico delle ossa sepolte, ha permesso di delineare alcuni aspetti della vita della defunta. La scoperta di Isadora, questo è il nome che abbiamo scelto per lei, apre nuovi scenari sulla tipologia di insediamento che in quei secoli caratterizzava il nostro territorio comunale, tanto che un piccolo colle che oggi si trova al di fuori delle rotte principali, probabilmente in passato ne era al centro.

Dopo una pausa gli scavi sono ripresi nell’agosto 2017, durante il quale sono emerse strutture, a circa 2 metri di profondità, di epoca precedente rispetto alla chiesa dell’XI secolo.

A conclusione della campagna di scavo i ritrovamenti saranno analizzati dal direttore dello scavo e dalla soprintendenza per aggiungere un altro tassello della storia del nostro territorio.


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