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Attualità martedì 22 maggio 2018 ore 16:20

BPLaj chiude il 2017 con un utile di 1,35 milioni

Il bilancio, approvato dai soci, è in crescita rispetto all'anno precedente. Aumentati i mutui erogati a famiglie e pmi. Dividendi per 980mila euro



LAJATICO — Oltre 1,35 milioni di euro di utile di esercizio, circa il 44,4 per cento in più rispetto all'anno precedente. Con questa importante cifra è stato chiuso il bilancio 2017 della Banca Popolare di Lajatico, approvato dal consiglio di amministrazione a fine marzo e dall'assemblea dei soci la scorsa settimana.

"I risultati conseguiti dalla banca al 31 dicembre 2017 - si legge nella nota stampa relativa al bilancio approvato - hanno confermato la positiva evoluzione dei volumi operativi e il rafforzamento dei principali margini reddituali già avviati nella prima parte dell’anno, mantenendo contenuti livelli di rischiosità dell’attivo e un significativo grado di patrimonializzazione rispetto ai livelli minimi richiesti dalla normativa di vigilanza, che collocano la Banca Popolare di Lajatico nella fascia alta delle classifiche di settore relative agli indici di solidità".

Nata nel 1884, la BpLaj è infatti una delle realtà più solide fra gli istituti toscani. In base alla "superclassifica" stilata dalla rivista specializzata BancaFinanza risulta essere la prima in regione per solidità, produttività e redditività e conta quasi 7mila soci e 122 dipendenti.

Forte è da sempre l'attaccamento dell'istituto di credito al territorio. Lo testimonia il fatto che, nel 2017, la banca ha erogato mutui a famiglie e piccole e medie imprese della zona per 387 milioni di euro (+ 24,8 milioni).

"Risultati significativi - aggiungono dalla BPLaj - sono stati realizzati a livello commerciale anche sul versante della raccolta complessiva, cresciuta del 2,6% annuo a euro 1.135 milioni. Tale risultato è prevalentemente dovuto alla prosecuzione della sensibile crescita del risparmio gestito, premiando i più recenti sforzi sostenuti dalla Banca nell’incremento del grado di specializzazione della Rete territoriale, nell’ampliamento della gamma di prodotti e nello sviluppo di un nuovo modello di servizio maggiormente orientato alla consulenza. L’incremento annuo dei fondi comuni, delle gestioni patrimoniali e dei prodotti assicurativi a contenuto finanziario ha sfiorato infatti il 100%, consentendo un significativo miglioramento dell’incidenza della componente gestita (passata dal 26,1% di fine 2016 al 47,4%) sul totale della raccolta indiretta, salita a fine 2017 a € 479 milioni (+9,7%). La raccolta diretta (€ 657 milioni a fine anno) ha fatto registrare una diminuzione del 2% secondo la programmata strategia tesa all'ottimizzazione della redditività complessiva".

La qualità del portafoglio crediti si è mantenuta anche nel 2017 su livelli migliori rispetto alle medie di sistema. Il complesso dei crediti deteriorati presenta infatti un'incidenza dell'11,9 per cento sul totale degli impieghi a livello lordo e del 7,3 per cento al netto delle rettifiche di valore che sono state opportunamente rafforzate nel corso dell’esercizio elevando il grado di svalutazione medio dei crediti deteriorati al 42,3 per cento (38,4 per cento a fine 2016). In tale ambito le sofferenze nette - pari a 20,5 milioni di euro a fine esercizio, stabili rispetto al 2016 - costituiscono il 3,4 per cento del totale degli impieghi netti e presentano ora un livello medio di copertura del 55,1 per cento (51,2 per cento a fine 2016). Anche l’andamento economico ha confermato significativi progressi: il margine di interesse, sostenuto dalla positiva crescita degli impieghi, è salito del 5,3 per cento a 15,3 milioni di euro e le commissioni nette hanno confermato i sensibili ritmi di incremento, collocandosi a fine esercizio a 6.038 mila euro (+16,8 per cento annuo) grazie alla forte crescita delle commissioni provenienti dal collocamento di fondi e gestioni patrimoniali (1.419 mila euro,+85 per cento) e al maggiore apporto fornito dalla banca-assicurazione (196mila euro, +102 per cento). Il margine di intermediazione segna pertanto un apprezzabile incremento (+8,5 per cento), portandosi a 23,6 milioni di euro, agevolato anche dai nuovi positivi risultati del comparto finanza (2,2 milioni euro,+7,7 per cento).

Anche nel 2017, tenendo conto del contesto di mercato e dell’evoluzione della regolamentazione di vigilanza, che ha indotto la banca ad adottare criteri di classificazione e valutazione dei crediti deteriorati più restrittivi, sono state contabilizzate rettifiche di valore su crediti per 6,4 milioni di euro, sostanzialmente invariate rispetto al 2016 (+1,6 per cento). In relazione ai costi, la BpLaj ha dovuto sostenere nel corso del 2017 gli effetti dei maggiori oneri dovuti alla quotazione delle azioni sul sistema multilaterale di negoziazione Hi Mtf, alla conformità alle nuove normative e al rafforzamento dell’organico del personale a supporto dello sviluppo dell’attività commerciale e dei controlli; le spese per il personale pertanto sono cresciute a 8,1 milioni, registrando un incremento annuo del 5,2 per cento, mentre le altre spese amministrative sono passate da 8,2 a 8,9 milioni di euro dovendo subire anche gli oneri dovuti alla contribuzione al Fondo di risoluzione e al Fondo Interbancario di tutela dei depositi (983mila euro). L’utile netto dell’esercizio si colloca a 1.359 mila, con una crescita del 44,4 per cento rispetto al bilancio 2016. 

L’assemblea dei soci ha approvato la distribuzione di un dividendo unitario di 0,50 euro (0,20 euro nell’esercizio precedente). “Sulla base dei dati del Progetto di Bilancio al 31 dicembre 2017 e in caso di approvazione della proposta di distribuzione dell’utile, il patrimonio netto della Banca si colloca a fine 2017 a € 76,7 milioni (-1,8%) e i mezzi propri a € 76,9 milioni. In presenza di un’evoluzione delle attività ponderate di rischio nel corso del 2017 in linea con le attese, gli indicatori di vigilanza Cet 1 Ratio e Total Capital Ratio si attestano entrambi al 15,04%, consolidando l’indice di fine 2016 pari al 15%. Comunichiamo infine che dal 1° gennaio 2018 trova applicazione il nuovo principio contabile internazionale IFRS9 che può comportare significativi incrementi degli accantonamenti per perdite attese su crediti con conseguente diminuzione delle riserve patrimoniali e dei fondi propri. L’impatto complessivo è stimato, al netto della fiscalità, in 6,4 milioni. La Banca ha optato per l’integrale applicazione del regime transitorio previsto dall’art. 473-bis del Regolamento UE n. 575/2013 (CRR) che consente di diluire in 5 anni gli impatti prudenziali derivanti dall’applicazione 3 delle nuove regole introdotte dall’IFRS9. In tale contesto, l’importo suddetto graverà sui Fondi propri secondo i seguenti pesi percentuali: anno 2018, 5%; anno 2019, 15%; anno 2020, 30%; anno 2021, 50%; anno 2022, 75%; anno 2023, 100%”.


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