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Attualità lunedì 24 luglio 2017 ore 17:19

"Discarica ex Grillaia? L'obiettivo è chiuderla"

Giacomo Tarrini

Tarrini ha ricostruito le tappe dal 2014 ad oggi: "Siamo arrivati dopo decenni di sinistra, vogliamo la messa in sicurezza e la chiusura definitiva"



CHIANNI — Il sindaco di Chianni Giacomo Tarrini ha scritto un lungo intervento sulla ex discarica della Grillaia: "Esattamente tre anni fa - ha esordito - iniziava la nostra esperienza di amministratori in un Comune che da tanti decenni era stato gestito dalla sinistra con tutte le sue evoluzioni. Da subito, consapevoli delle molteplici gravi problematiche avute in eredità, ci siamo dedicati al tema più spinoso che dal 1998 non ha mai vista una soluzione definitiva: la messa in sicurezza e chiusura definitiva della Ex Discarica della Grillaia”.

"L’inizio della nostra discussione - ha ripreso - era improntato sul famoso protocollo di intesa rifiuti zero sottoscritto da Regione, Provincia e Comuni e redatto proprio in quegli stessi uffici in Regione (Ufficio di Presidenza) nei quali in un primo mio incontro venne definito “carta straccia” da chi lo aveva partorito. Niente di nuovo , solo con l’ingenuità (o malafede) dell’amministrazione che ci ha preceduti si poteva non accorgersi che il documento non stesse in piedi e che fosse solo un manifesto elettorale come già successo in precedenza. Questa fu l’amara verità che poi tutti hanno dovuto digerire".

"Determinati nell’andare incontro ad una tanto desiderata soluzione definitiva - ha continuato Tarrini - che eliminasse una volta per tutte quel cancro dal nostro territorio fortemente voluto a fine anni ‘80 dalla classe politica locale nella persona dell’allora sindaco, abbiamo mostrato da subito, sempre negli uffici di Presidenza in Regione, la nostra determinata volontà a un dialogo serio che inducesse tutti gli attori interessati a fare la loro parte. La nostra consapevolezza che vi fosse la necessità di apportare qualche tipologia di materiale che consentisse di rendere sostenibile il progetto era chiara, quanto chiara era la nostra “pretesa” che, sia la Regione che la Provincia, facessero la loro parte con un contributo tale da evitare la ricaduta del problema solo sul territorio e sui soliti cittadini".

"In quest’ottica abbiamo tentato ogni possibilità per giungere ad un progetto che sostituisse quello già autorizzato proprio in contemporanea con la redazione del “Protocollo d’Intesa a rifiuti zero“ (incongruenza no?) e che vedesse una sostanziale riduzione di materiale da conferire e una qualità dello stesso che rispettasse l’impatto ambientale oltre che garantire sicurezza; si sono fatte molteplici riunioni quasi sempre convocate su nostra richiesta e dalle quali raramente è emerso qualcosa di concreto. Il tema principale sul quale tutto si blocca è la questione economica per la quale la Regione non ha mai mostrato disponibilità di cedimento per accollarsi almeno parte dei costi".

"Nel frattempo la società Gestore (NSA) non è mai partita con il progetto autorizzato, forse perché non aveva la forza economica di procedere o forse perché i materiali autorizzati ad essere conferiti non erano più reperibili. In questo contesto la NSA ha trascurato quelle che erano le azioni di manutenzione ordinarie e straordinarie fino ad arrivare ad un sopralluogo nel 2016 nel quale veniva riscontrato da Arpat un serio pericolo di sversamento di percolato e tutta una serie di anomalie gravi".

"Sotto nostre continue pressioni - ha ripreso - legate alla tutela della salute pubblica e richieste varie trasmesse sia a Regione che a Arpat, sulle condizioni del sito, siamo giunti a dicembre 2016 quando la Regione decretò una prima diffida al gestore invitandolo a compiere quelle operazioni di ripristino urgenti che riportassero l’impianto in condizioni di sicurezza. In un sopralluogo svoltosi da Arpat a fine Gennaio, dopo la scadenza dei termini previsti dalla diffida, si sono riscontrate inadempienze sui compiti affidati e nonostante ci fossero, secondo noi, le condizioni per procedere con le azioni previste in questi casi , l’Ufficio preposto della Regione ha ritenuto di temporeggiare per poi riemettere un ulteriore decreto di diffida alla fine di Aprile 2017. In questo decreto si concedevano ulteriori 90 giorni per dar corso ad altrettante operazioni già previste nella prima diffida per poi presentare l’avvio della realizzazione del progetto approvato tre anni prima".

"Non è ancora chiaro se al 30 giugno 2017, termine entro il quale assolvere alle operazioni richieste, la NSA sia stata adempiente o meno ma di certo è stata depositata in regione una nuova proposta di progetto presentato dal Gestore, che poco cambia nei numeri (270.000 metri cubi da conferire) ma che in realtà va ad adeguarsi all’attuale richiesta di mercato togliendo il Pulper di cartiera dai materiali autorizzati per sostituirlo con il cemento Amianto (eternit); l’altra novità è che non si mescolerà più il nuovo materiale che confluirà in discarica con quello già esistente (condizione che in un primo momento sembrava tecnicamente indispensabile) ma verrà autorizzata una nuova minidiscarica sull’area depressa che riporterà le quote di riprofilazione in linea con un ampia area già in grado di essere definitivamente sigillata".

"Il 18 Luglio, noi tre sindaci di Chianni, Lajatico e Terricciola, siamo stati convocati per una illustrazione di questo progetto presentato dalla NSA: nient’altro è che il solito di 9 anni fa adeguato commercialmente ai tempi odierni con una palese, a mio avviso, responsabilità della Regione che nei vari incontri si era fatta scappare già mesi fa l’intenzione di inserire tra le autorizzazioni da conferire il Cemento Amianto quale materiale attualmente in eccesso per mancanza di siti idonei per lo smaltimento. Tutto questo riteniamo sia inaccettabile".

"In questo contesto - ha specificato Tarrini - la posizione dell’amministrazione di Chianni rimane immutata ed è quella sostenuta da sempre, quella che ci vede impegnati per l’obiettivo prima descritto. La nostra attenzione si concentrerà sulla valutazione delle titolarità del gestore a svolgere attività di qualsiasi tipo, sulle forme di intervento a tutela del territorio per quanto di competenza dei comuni che, in maniera condivisa, si muoveranno in tutte le sedi opportune e con tutti i mezzi consentiti per tutelare l’interesse dei cittadini, delle attività locali e di tutto il territorio che mai come ora ha vissuto un momento favorevole alla sua rivalutazione e che può essere seriamente compromesso".

"Aggiungo e sottolineo la sensazione - ha concluso il sindaco chiannerino - che manchi una certa sensibilità ai problemi del territorio dell’Alta Valdera da parte del presidente Enrico Rossi, il quale, in una mail inviatami nel periodo pre-elettorale del 2015, prometteva il suo impegno a discutere con me del problema e di essere disponibile ad un incontro sul tema. La realtà è che agli inviti fatti dal sottoscritto in questi anni non ho mai ricevuto risposta e non ha mai mostrato attenzione a porre rimedio a un danno ambientale che il suo partito ha causato negli ultimi quarant’anni con la generosa collaborazione di più o meno tutti i sindaci che mi hanno preceduto in questo periodo. Nel frattempo speriamo fermamente che la politica faccia le sue valutazioni, il presidente pure, e che magari si mettano una mano sulla coscienza ripensando a ciò che è stato consentito in questi anni e una al portafoglio per almeno ridurre al minimo l’apporto di materiali in discarica necessario per la chiusura".


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